Il futuro verde del trasporto pesante

Siamo andati in Val di Vizze (BZ) per visitare l'impianto di produzione di bio metano di biwi, Biogas Wipptal Srl, società dell'Alta Valle Isarco nata nel 2016 per produrre biogas da immettere nella rete elettrica e che, nel 2019, con l'ingresso di tre importanti soci quali l'azienda di trasporti e logistica altoatesina Fercam, la società di trasporti Transbozen e la concessionaria Iveco Gasser Srl ha avviato la riconversione dell'impianto al fine di produrre bio-GNL. Un'azione concreta per un trasporto a impatto zero e non solo

Frutteti e meleti al Sud e allevamenti e pascoli al Nord, è questa la differente composizione agricola della Valle Isarco, una delle due valli principali dell'Alto Adige, che si estende dalla sorgente del fiume Isarco al Brennero fino al suo confluire nell'Adige a Bolzano. Pensare ai filari di viti, ai campi di meli e ai verdi pascoli in cui brucano libere le Grigio Alpine, le Frisone o le Pezzate Rosse vuol dire pensare anche, oltre che a vini, succhi di frutta, yogurt e formaggi, a grandi distese di campi da fertilizzare e ad altrettanti ingenti volumi di gas serra immessi in atmosfera. Sì, perché gli allevamenti sono fra i principali responsabili delle immissioni di gas a effetto serra, metano e CO2, in atmosfera, nonchè dell'aumento del carico di nitrati nel suolo e delle emissioni di ammoniaca. Ecco quindi che, proprio per dare un sostegno all'economia locale e per riuscire a gestire i reflui sul territorio, nel 2008 in Val di Vizze, in provincia di Bolzano, è nata la Biogas Wipptal, società costituita oggi da 62 soci, per lo più agricoltori, con l'obiettivo di produrre fertilizzanti e biogas per l'energia elettrica, riutilizzando proprio i reflui zootecnici degli allevamenti di bovini da latte.

Ma il settore zootecnico non è di certo l'unico attenzionato a livello di emissioni di gas a effetto serra. Ricordiamo che la Commissione Europea punta a una riduzione del 55% di tali gas entro il 2030 nei settori del clima, dell'energia, dell'uso del suolo e ovviamente dei trasporti, tanto che proprio il settore dei trasporti entra in gioco, nel 2019, con la stipula di un accordo di partecipazione societaria nella Biogas Wipptal da parte di tre nomi importanti: l'azienda di trasporti e logistica altoatesina Fercam, la società di trasporti Transbozen e la concessionaria Iveco Gasser srl, tutti uniti per la produzione di bioGNL.

Il biometano d'altronde è una risorsa che si inserisce negli obiettivi di produzione dettati dalla Commissione Europea entro il 2030 come parte del piano REPowerEU, in quanto rappresenta un vantaggio che porta benefici non solo all'ambiente, ma anche all'economia. I reflui trattati dalla Biogas Wipptal, infatti, vengono trasformati in nuovi prodotti ad iniziare ovviamente dal biometano, ma senza dimenticare una serie di co-prodotti derivati proprio dalla produzione del bio-GNL che risultano essere anch'essi di fondamentale importanza. Ne sono un esempio i concimi organici che permettono di sostituire costosi fertilizzanti chimici contribuendo anche a ridurre l'esposizione alla volatilità dei prezzi alimentari; l'anidride carbonica biogenica, trattata e depurata in maniera tale da poter essere impiegata per usi alimentari e, infine, ma non da ultimo, il recupero di acqua pulita derivata sempre dai reflui zootecnici e riversata nel vicino corso d'acqua Pfitscher Bach.

Ma soprattutto, anche dal punto di vista dell'indipendenza energetica, tema di grandissima attualità considerando l'instabile contesto geopolitico attuale, il biometano rappresenta una soluzione immediata ed efficiente. Una vera alternativa disponibile già oggi sul mercato.

Proprio per far conoscere questo carburante alternativo, l'impianto della Biogas Wipptall ha rappresentato una delle tappe del Tour d'Europe insieme a Torino e Aprilia in Italia, Mittenwalde e Leverkusen in Germania, Lille ed Eppevil-le in Francia passando poi da Heverlee in Belgio per concludersi nella capitale Bruxelles, così da dimostrare non solo l'efficacia dei biocarburanti nella riduzione dei gas serra ma provando soprattutto come i biocombustibili siano davvero una realtà assolutamente accessibile, tanto che l'IVECO S-Way LNG, alimentato a biometano, protagonista del Tour d'Europe, è riuscito a percorrere oltre 5.000 km in un mese grazie ad una rete di stazioni di servizio assolutamente strutturata ed efficiente.

Come ha dichiarato Alberto Ruffino, Alternative Propulsion Business Development Manager di IVECO: "Il tour d'Europe è un'iniziativa molto importante, promossa da tutta la filiera industriale del settore automotive e dei trasporti, con l'importante supporto della

Commissione Europea al fine di dimostrare la disponibilità di Biomentano già oggi in Europa. Potendo far circolare, quindi, veicoli praticamente a zero emissioni riusciamo a contribuire concretamente alla riduzione di CO2, obiettivo questo che si presenta come una sfida senza precedenti, non solo a livello tecnologico, e che impone un cambiamento dell'intero ecosistema del mondo del trasporto tanto che deve necessariamente coinvolgere altri attori, oltre a noi Costruttori. Iveco - prosegue Ruffino - è dal 1996 che ha in gamma veicoli a metano: siamo partiti sui veicoli pesanti, poi siamo scesi sui medi, sui leggeri fino ad arrivare agli autobus; abbiamo fatto evolvere i motori, abbiamo coperto più applicazioni e abbiamo conquistato anno dopo anno una posizione di leadership nel mercato, tanto che per noi rimane una legacy molto importante. La scelta dei veicoli a metano veniva fatta in passato principalmente per un motivo di total cost of ownership, perché il metano era molto più conveniente rispetto al diesel, pur mantenendo tutte le alte prestazioni in termini di prodotto che garantiva il diesel e, con l'aggiunta, chiaramente, di molteplici benefici, rappresentando ancora oggi una soluzione valida per la sostenibilità ambientale, economica e sociale. Con la sfida che ci sta ponendo ormai da qualche anno la Commissione Europea - conclude Ruffino - si è capito che i biocombustibili possono giocare un ruolo importante nella riduzione delle emissioni, tanto che, come Iveco, da anni, portiamo avanti una strategia multienergy focalizzandoci quindi su elettrico, diesel, biocarburanti e testando anche l'idrogeno, senza mai dimenticare la mission e i km percorsi dei nostri clienti".

Un cliente di lungo corso è senz'altro Fercam. Come ha dichiarato l'AD Hannes Baumgartner: "Noi ci siamo avvicinati all'LNG, o meglio al gas metano, nel 2012 quando abbiamo acquistato i nostri primi Iveco a CNG. Poi il settore si è evoluto e con esso il mercato, abbiamo iniziato a percorrere l'autostrada del Brennero con l'LNG e siamo rimasti impressionati dalle prestazioni e dall'autonomia, per cui quando ci è stata proposta la possibilità di investire nell'impianto biwi non abbiamo avuto dubbi in quanto potevamo assicurarci combustibile per la nostra flotta e avere ottime prestazioni dei nostri veicoli. Ad oggi noi abbiamo 40 camion a LNG e considerando che un camion percorre in media 120.000 km il nostro fabbisogno è ampiamente coperto".

Considerando appunto che la percorrenza annua media di un truck è di circa 120.000 km occorrono 120 mucche per alimentare uno. Un gioco da ragazzi verrebbe quasi da dire per biwi che tratta all'anno una biomassa corrispondente a 8.500 unità bestiame. Come ci spiega Manfred Gius, CEO di biwi: "tale unità bestiame corrisponde alla quantità dell'Alta Valle Isarco. Non tutti conferiscono nel nostro impianto perché non c'è un obbligo, tanto che noi accogliamo anche i reflui, bovini ed equini, anche dal Sud della Valle, da Bressanone, e una piccola quantità di scarti di frutta da Bolzano. Per parlare di percentuali, potremmo dire che un 95% proviene da rifiuti zootecnici e un 5% da frutteti e meleti. La produzione - prosegue - dal 2021 è di circa 9.000 kg al giorno di GNL, circa 18 ton di CO2, 50.000 tonnellate all'anno di acqua pura restituita all'ambiente, mentre la quantità di concime varia, anche perché è un prodotto stagionale che ha in sé grandi potenzialità, tanto che puntiamo a produrre anche 3 ton di pellet. Il GNL non viene venduto solo tramite la pompa adiacente al nostro impianto attraverso la quale fanno rifornimento in media tra i 10 e i 15 camion al giorno, ma da noi vengono a rifornirsi direttamente le autobotti che poi vanno in altri distributori, il tutto in tempi molto gestibili visto che la pompa eroga 16.000 kg all'ora, quindi un'autobotte da 20.000 kg viene caricata in un'ora e mezza. Infine - conclude Gius - il grande vantaggio tra CNG e LNG sta nell'autonomia del veicolo che, con un carico di 400 kg riesce a percorrere 1.200-1.400 km". Una distanza dunque importante in grado di fare la differenza nelle missioni a lungo raggio che ora, grazie ad una rete strutturata, come ha dimostrato il tour d'Europe, apre nuove strade al futuro verde del trasporto pesante, con IVECO a far da capofila. 


L'impianto di Bio-GNL
Il biometano può essere usato come fonte di energia, di elettricità e di calore, sia come carburante nel settore dell'autotrasporto. Come ci spiega Manfred Gius, CEO di biwi: "il GNL può essere di origine fossile, come quello che arriva attraverso i gasdotti dalla Siberia, dall'Africa o dal Nord Europa, oppure ricavato dalla lavorazione di rifiuti o di deiezioni animali, come il nostro, metano-bio, derivato dalla fermentazione dei reflui bovini dei nostri allevatori dell'Alta Valle Isarco. Gli allevamenti sono un processo di perfetta economia circolare svolto in questo modo: il biogas nel fermentatore è formato da metano, anidride carbonica e da piccole quantità di altri composti, impurità che vanno rimosse. Per trattare e raffinare il biogas abbiamo scelto la tecnologia più avanzata ed affidabile, sviluppata e realizzata da Tecno Project Industriale, azienda leader nella produzione di impianti di purificazione gas. Il processo ha inizio in una torre di lavaggio dove viene rimossa l'ammoniaca e l'acqua residua, poi dei filtri a carboni attivi tolgono l'acido solfidrico e i composti volatili organici, infine è l'anidride carbonica a dover essere separata dal metano. È il cosiddetto processo di upgrading. Un sistema a membrane polimeriche ad altissima selettività di raffinazione separa i due principali componenti. Il sistema ad alta pressione è un processo a tre stadi brevettato Evonik. Nel primo stadio si ottiene un gas ricco di metano che viene inviato ad un secondo stadio per un'ulteriore purificazione. L'altra parte di gas ricco di anidride carbonica passa attraverso un terzo stadio per essere concentrato ed inviato all'impianto di produzione di anidride carbonica liquida. A questo punto, il biometano così ottenuto presenta una percentuale di metano incrementata di oltre il 97%, ma ancora non basta. Per poter essere liquefatto, il biometano ha bisogno di un'ulteriore purificazione per rimuovere le ultime tracce di CO2 presenti. La liquefazione avviene comprimendo, raffreddando ed espandendo il biometano fino a raggiungere una temperatura di - 150°C. Al termine di questo processo, il biometano liquefatto viene stoccato negli appositi serbatoi ed è pronto per la distribuzione. Gli impianti sviluppati e industrializzati da Tecno Project Industriale permettono di ottenere livelli di purezza elevati ed un'efficienza di recupero superiore al 99%, rendendo così il biometano adatto per la distribuzione. Liquefare il metano significa ridurne il volume di oltre 600 volte, un risparmio enorme di spazio sia per il trasporto che per lo stoccaggio. Accanto all'impianto, a ridosso di svincoli autostradali, abbiamo realizzato una stazione per il rifornimento dei veicoli pesanti alimentati a gas naturale a due erogatori di bioGNL, biometano liquefatto a più alta densità di potenza in grado con un pieno di garantire fino a 1600 chilometri di autonomia per mezzo pesante. Per i motori a combustione interna il biometano è il carburante più ecocompatibile rispetto ai combustibili tradizionali, consentendo un abbattimento del 95% delle polveri sottili e del 90% del diossido di azoto, cosi da ridurre le emissioni di CO2 fino al 95%. Aziende di trasporto e logistica come Fercam e Transbozen, diventate nostre socie, guardano al futuro verde del trasporto pesante e non a caso hanno investito in sostenibilità per un trasporto a impatto zero. I veicoli a biometano soddisfano gli standard attuali e futuri sulle emissioni di scarico, consentono di accedere senza problemi alle zone a traffico limitato, permettono di effettuare consegne notturne grazie alla bassa emissione di rumore, consumano meno carburante, tra l'altro un carburante di più alta qualità e di minor costo rispetto ai veicoli diesel. I vantaggi del biometano, fonte rinnovabile e programmabile, passano per lo sviluppo dell'economia locale, fino ad arrivare alla sostenibilità ambientale, dimostrando di essere un esempio perfetto di economia circolare, contribuendo a ridurre le emissioni e l'effetto serra". 



Acqua nuova riversata nei fiumi

biwi ha implementato un impianto innovativo chiamato SLURLESS 100, un sistema finora unico per estrarre e depurare l'acqua dai reflui. L'impianto è in grado di depurare sia liquami bovini e derivati, sia i digestati. Il metodo si basa su una serie di trattamenti meccanici di separazione e concentrazione che seguono il principio dell'osmosi inversa. Il risultato è acqua nuova che può essere riversata nei fiumi. Drenando lo sterco di mucca, ogni anno 50.000 tonnellate di acqua pura vengono restituite al Pfitscher Bach.




In foto, in ordine di apparizione:

Alberto Ruffino, Alternative Propulsion Business Development Manager di IVECO

Manfred Gius, CEO di biwi


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