La gestione dei Rifiuti da C&D: criteri suggeriti dall’UE

Nel presente articolo continua l'illustrazione di spunti provenienti dalla letteratura europea sui rifiuti da costruzione

 

L'efficace attuazione di un piano di gestione dei rifiuti inerti non può prescindere da una serie di criteri trattati in svariati documenti redatti in ambito europeo, che rappresentano interessanti spunti alla impostazione corretta della filiera della costruzione con demolizione.


Identificazione, separazione alla fonte e raccolta dei rifiuti

L'evoluzione della gestione dei rifiuti C&D si basa necessariamente su una più accurata identificazione, separazione e raccolta dei rifiuti presso il cantiere di demolizione. Per identificare meglio i rifiuti è fondamentale identificare in modo chiaro i termini adoperati, affinché non lascino spazio ad errori, viste le ripercussioni legali connesse.
è necessario predisporre piani di gestione dei rifiuti ed è utile adottare verifiche pre-demolizione.
Una parte fondamentale della separazione alla fonte è l'eliminazione di rifiuti pericolosi, nonché la separazione di materiali che ostacolano il riciclaggio, compresi i materiali di fissaggio. Una migliore raccolta di materiali da riutilizzare e riciclare richiede la demolizione selettiva e opportune connesse operazioni in loco.
Definizioni e termini
La gestione dei rifiuti C&D è complessa a causa dei diversi punti di osservazione dei problemi e dei gruppi d'interesse coinvolti ed alle ripercussioni dapprima tecniche, poi legali, dei concetti trattati. Le ripercussioni sono poi non solo tecniche, ma anche rilevanti ai fini degli impatti ambientali e delle conseguenze per la salute degli operatori coinvolti e delle persone anche solo indirettamente coinvolte.


VERIFICHE PRE-DEMOLIZIONE ("QUALI MATERIALI?")

L'importanza della pianificazione
Al pari di qualsiasi progetto di costruzione, anche i progetti di costruzione connessi con fasi di demolizione e ristrutturazione richiedono una adeguata pianificazione e gestione. L'investimento profuso in una corretta pianificazione si traduce in risparmi nei tempi di realizzazione, e quindi nei costi di realizzazione, comporta una riduzione degli impatti ambientali, un miglioramento della sicurezza degli operatori coinvolti, della sostenibilità generale dell'intervento. La leva "tecnica" amplifica la propria azione al crescere della rilevanza delle opere; più è complessa l'opera, maggiori sono i benefici temporali ed economici connessi ad una pianificazione di dettaglio e alla connessa razionalizzazione delle fasi.
Prima di qualsiasi progetto di ristrutturazione o demolizione e per qualsiasi materiale da riutilizzare o riciclare, non solo per quelli pericolosi, è auspicabile la effettuazione di una verifica pre-demolizione.
Questa verifica serve per identificare i rifiuti C&D generati, per porre le basi per un corretto "smantellamento", per definire adeguate procedure di demolizione. Ciò:
• garantisce la sicurezza degli operatori coinvolti,
• migliora la qualità delle lavorazioni, e quindi dei prodotti riciclati,
• incrementa la percentuale dei prodotti destinati a riciclo.
La verifica accresce anche la percentuale di materiali riutilizzati sul cantiere stesso o in sua prossimità. La verifica consente al committente di:
• conoscere le prestazioni attendibili per i processi da eseguire,
• definire i livelli prestazionali da assegnare alle imprese di demolizione quali target , cogenti o premianti,
• impostare e condurre un piano di gestione dei rifiuti specifico per ciascun cantiere,
• dare evidenza del possesso di crediti ambientali,
• aumentare l'efficienza in termini di materiali e mano d'opera,
• ridurre i rifiuti e massimizzare il recupero, il riciclo, l'efficacia e l'efficienza dei processi.
Un simile approccio porterà allo sviluppo in termini numerici e soprattutto all'evoluzione tecnologica e alla progressiva professionalizzazione di attività oggi ancora limitate, nonostante la ingente richiesta proveniente dal mercato.
Nei Paesi Bassi è stata sviluppata e consolidata una certificazione di processo della demolizione che consta delle seguenti fasi:
• Fase 1 Verifica pre-demolizione: riesame approfondito del progetto di demolizione e redazione di un inventario dei materiali (pericolosi e non pericolosi) per censire in dettaglio il tipo e le quantità dei materiali risultanti dalla demolizione e le contaminazioni presenti nei materiali da demolizione risultanti. L'output di questo processo consiste in una stima dei rischi per l'ambiente circostante e, fattore ancor più critico, per la sicurezza e la salute degli operai coinvolti.
• Fase 2 Piano di gestione dei rifiuti: viene stilato un piano di gestione dei rifiuti che comprende la pianificazione delle attività di demolizione selettiva e demolizione ecocompatibile, il trattamento e la rimozione dei flussi di materiale ottenuti, le precauzioni da adoperare per garantire la sicurezza operativa e i requisiti imposti dal committente.
• Fase 3 Esecuzione: la demolizione viene eseguita nel rispetto del piano di gestione dei rifiuti, da imprese di demolizione certificate che lavorano con macchinari e attrezzature omologati per lo specifico impiego, operatori in possesso di patentino e sotto la supervisione di esperti in materia di sicurezza e demolizione ecocompatibile. L'impresa di demolizione deve garantire che il luogo in cui avviene la demolizione sia circoscritto, sicuro per gli operatori coinvolti, sicuro per evitare la possibile contaminazione delle persone esterne al cantiere, che la filiera operativa sia adeguatamente impostata e che i flussi di materiali ottenuti siano movimentati e stoccati senza contaminare il suolo e le aree circostanti.
• Fase 4 Relazione finale: la consegna del progetto avviene previa consultazione con le parti coinvolte. L'impresa esegue controlli finali sui materiali prodotti nella demolizione ed emette una relazione finale a riguardo che viene fornita al cliente.
E' auspicabile che le autorità pubbliche fissino la soglia quantitativa oltre la quale esiste l'obbligo di eseguire le verifiche pre-demolizione. Ad esempio in Austria esistono due limiti per le verifiche pre-demolizione: una quantità di 100 tonnellate e 3.500 m³ di rifiuti C&D prodotti.

Una verifica pre-demolizione consiste di due parti:
a) Inventario dei materiali presenti nell'opera, con riferimento al tipo, alle quantità, all'ubicazione, al livello di incorporazione nell'opera (cioè alle operazioni da eseguire per poter scorporare questi materiali dall'opera), e quindi alle operazioni da eseguire per raccogliere questi materiali, e ai rifiuti che così saranno ottenuti nel corso della demolizione, alle modalità con cui dovranno poi essere stoccati provvisoriamente, trasportati, messi a riserva o avviati al recupero o al riciclo;
b) Informazioni addizionali inerenti:
- i materiali per i quali esiste l'obbligo di separazione alla fonte (come ad esempio i rifiuti pericolosi);
- i materiali che possono/non possono essere riutilizzati o riciclati;
- modalità di gestione dei rifiuti (non pericolosi e pericolosi);
- le diverse modalità e tecnologie di riciclaggio.
Una verifica pre-demolizione non può non prendere in considerazione i mercati locali dei rifiuti C&D e dei materiali riutilizzati e riciclati, e gli impianti di riciclaggio disponibili nella zona.
Per la conduzione di una verifica pre-demolizione è fondamentale l'apporto di un esperto qualificato con adeguate conoscenze dei materiali da costruzione, delle tecniche costruttive e della storia dell'opera da demolire, delle tecniche di demolizione, delle prassi e tecnologie per il trattamento e la trasformazione dei rifiuti, nonché dei mercati (locali) disponibili per il recupero, il riciclo, lo smaltimento dei materiali. ABICert ha definito una figura professionale nella quale queste competenze sono richiamate e sistematizzate, per contribuire alla positiva evoluzione della filiera.


Piani di gestione dei rifiuti
Il piano di gestione dei rifiuti è impostato sui processi connessi alla trasformazione dei prodotti, tenendo conto del fatto se si riutilizzerà o riciclerà del materiale proveniente da operazioni di demolizione, ristrutturazione o anche semplicemente materiali di risulta dagli stessi processi di costruzione, come ad esempio nel caso in cui sia necessario costruire delle opere temporanee di accesso per poter realizzare l'opera definitiva. Un piano di gestione dei rifiuti deve contemplare le informazioni inerenti le diverse fasi della demolizione, quali operatori saranno impiegati, quali tecnologie e quali attrezzature verranno adoperate, quali materiali saranno raccolti in modo selettivo alla fonte, in quali aree saranno stoccati o trasportati, con quali mezzi, quale sarà il riciclaggio, il riutilizzo o il trattamento finale e quale il flusso di materiali connesso. Tale piano, ovviamente, non può non contemplare gli aspetti ed impatti ambientali connessi, come la formazione di polvere, l'inquinamento acustico, la prevenzione dell'imbrattamento delle strade di accesso, il controllo delle acque meteoriche e di dilavamento, le modalità di gestione dei rifiuti pericolosi e non pericolosi, le procedure di sicurezza per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali.
Le fasi di demolizione devono essere effettuate secondo un piano. Dopo la demolizione, l'impresa deve fornire una rendicontazione su ciò che è stato realmente raccolto alla fonte e dove sono stati trasportati i materiali di rifiuto, per il riutilizzo, per il pre-trattamento (cernita), per il riciclaggio, per l'incenerimento, per la messa in discarica.... Queste informazioni devono essere
(1) controllate rispetto a quanto previsto nella relazione preventiva e
(2) trasmesse alle autorità.
E' auspicabile che la gestione di un'attività di demolizione venga supervisionata da un ente di certificazione indipendente, esterno alla gestione dei rifiuti; la successione dovrebbe pertanto essere:
• avvio della demolizione con rimozione dei rifiuti pericolosi;
• controllo "in corso di demolizione" sul cantiere da parte dell'ente di certificazione terzo indipendente che ha effettuato la verifica pre-demolizione, dopo la rimozione dei rifiuti pericolosi;
• successivi controlli a campione effettuati dall'ente di certificazione sui processi man mano in corso;
• controlli documentali per verificare dove sono stati destinati tutti i materiali non riciclabili o non riutilizzabili, attraverso il controllo dei documenti di trasporto, dei certificati di trattamento o trasformazione dei rifiuti ecc.).

 

L'importanza della separazione all'origine
Per ottenere rifiuti da Costruzione e Demolizione di qualità, è fondamentale mantenere i materiali separati già al distacco dall'edificio, al momento di scorporarli dall'opera. La differenziazione e la segregazione dei rifiuti è strettamente connessa con la qualità dei materiali riciclati che se ne ottengono.
Le fasi di segregazione sono strettamente dipendenti dagli spazi disponibili presso il sito di trattamento, e, quindi, dalle attrezzature installabili sul sito, dalla mano d'opera e dai costi e i ricavi dei materiali separati.
Molto spesso, infatti, la disponibilità di spazi ristretti penalizza il trattamento e obbliga ad una frammistione dei diversi materiali che diventa penalizzante per l'intera filiera conseguente, e va ad intaccare il pregio e il valore dei materiali riciclati.
L'evoluzione delle tecniche costruttive e delle tecnologie adoperate comporta che la segregazione diventa sempre più onerosa e lunga in considerazione del fatto che le opere sono sempre più complesse e vengono impiegati materiali sempre più specifici e differenziati, ben lontani dai tradizionali laterizi, calcestruzzo, malta, acciaio,...
Si pensi alla differenza di trattamento adottato sulle travi in legno lamellare rispetto al recupero tal quale di travi in legno massiccio, al diverso ciclo di recupero di isolanti naturali, come il sughero, rispetto allo smaltimento di pannelli in polistirene.
Un numero crescente di materiali vengono installati mediante incollaggio; cresce l'impiego
di materiali compositi; ciò influisce sui lavori di
demolizione aumentandone complessità ed onerosità.
Quando si avvia un processo di riciclaggio di rifiuti C&D, generalmente si inizia dai materiali più semplici per i quali esistono già mercati secondari, come gli aggregati lapidei, i metalli o il legno.
I materiali che si rendono disponibili a seguito di una demolizione vengono classificati in funzione dei cicli di trattamento possibili, come ad esempio:
• lavaggio per il riutilizzo (ad esempio di terreno = soil washing);
• riutilizzo (ad es. di elementi in acciaio, lamiere e piastrelle);
• riciclaggio nella stessa applicazione (ad es. metallo, vetro, asfalto, cartone, carta);
• riciclaggio in un'altra applicazione (ad es. aggregati, legno per la produzione di pannelli di truciolato);
• incenerimento (ad es. legno, materie plastiche, imballaggi di carta);
• smaltimento (ad es. rifiuti pericolosi).

I processi di separazione all'origine comportano i seguenti tipi di operazioni:
• separazione dei rifiuti pericolosi;
• decostruzione (smantellamento compresa la separazione dei materiali secondari e dei materiali di fissaggio);
• separazione dei materiali di fissaggio;
• demolizione strutturale o meccanica.


RIMOZIONE DEI RIFIUTI PERICOLOSI (DECONTAMINAZIONE)
La decontaminazione ovvero separazione dei rifiuti pericolosi è il primo passo per avviare i processi.
Le finalità sono:
• proteggere l'ambiente;
• tutelare la salute dei lavoratori;
• proteggere la salute delle persone che vivono nei dintorni del cantiere.
I rifiuti pericolosi più ricorrenti generati da opere di costruzione, ristrutturazione o demolizione sono l'amianto, i materiali isolanti contenenti sostanze pericolose, il catrame, i PCB, il piombo, i componenti elettrici contenenti mercurio, i rifiuti radioattivi (si pensi ad un ospedale o a uno studio medico o a uno stabilimento industriale in cui venivano eseguiti controlli non distruttivi), ecc.
La rimozione di queste sostanze pericolose previene la contaminazione dei materiali riciclabili.
La possibile presenza di rifiuti pericolosi, pur in percentuali irrisorie rispetto alle quantità totali dei rifiuti, può infatti pregiudicare la qualità percepita dei prodotti riciclati e, di conseguenza, la attendibilità di impiego di tali materiali.
I rifiuti pericolosi vengono classificati in funzione delle 15 proprietà richiamate nella tabella allegata e devono quindi essere rimossi correttamente e sistematicamente prima della demolizione. Una parte critica del piano di gestione dei rifiuti deve quindi descrivere le azioni da intraprendere sui rifiuti pericolosi imprevisti.
Durante tutto il processo, la rimozione dei rifiuti pericolosi riveste una particolare criticità e deve avvenire nel rispetto della legislazione vigente.
Il regolamento (UE) n. 1357/2014 riporta le nuove caratteristiche di pericolo da attribuire ai rifiuti a partire dal 1° giugno 2015, rinominate con le lettere HP (al posto della precedente sigla H), per evitare la confusione con i codici identificativi di pericolo secondo il regolamento (CE) n. 1272/2008:

- HP1 esplosivo;
- HP2 comburente;
- HP3 infiammabile;
- HP4 irritante - irritazione cutanea e lesioni oculari;
- HP5 tossicità specifica per organi bersaglio (STOT)/tossicità in caso di aspirazione;
- HP6 tossicità acuta;
- HP7 cancerogeno;
- HP8 corrosivo;
- HP9 infettivo;
- HP10 tossico per la riproduzione;
- HP11 mutageno;
- HP12 liberazione di gas a tossicità acuta;
- HP13 sensibilizzante;
- HP14 ecotossico;
- HP15 "rifiuto che non possiede direttamente una delle caratteristiche di pericolo summenzionate ma può manifestarla successivamente".


DEMOLIZIONE SELETTIVA E SMANTELLAMENTO

Migliorare le prestazioni della filiera passa attraverso lo spostamento il più a monte possibile delle fasi di separazione, anche attraverso lo smantellamento manuale, che può avvenire con le fasi del distacco prima della demolizione o della cernita dopo la demolizione.
Questo approccio accresce la qualità dei materiali riciclati, è applicabile per cemento, muratura, ma anche per elementi in vetro, legni pregiati come il noce e il rovere, camini in pietra ornamentale, sanitari tradizionali, caldaie per il riscaldamento centrale, scaldabagni, radiatori, infissi, lampade e telai per lampade, strutture in acciaio e materiali di rivestimento.
I flussi principali di rifiuti, tra cui i rifiuti inerti da edifici o infrastrutture civili, devono essere trattati separatamente (ad es. cemento, mattoni, muratura, mattonelle e ceramica).
Il riutilizzo o il riciclaggio sono applicabili anche per materiali come gesso, schiuma isolante, cemento, lana minerale e lana di vetro. Tali attività sono finalizzate al successivo riutilizzo e riciclaggio dei materiali stessi, ma anche alla depurazione del flusso principale (cioè ad esempio dei rifiuti inerti impiegati per ottenere gli aggregati riciclati) in quanto i flussi secondari, comprendenti materiali di fissaggio come il gesso, possono infatti contaminare la qualità del materiale C&D riciclato.


OPERAZIONI IN LOCO

L'analisi del sito in cui viene effettuata la demolizione richiede anche un ulteriore approccio: il sito va considerato anche in funzione delle attività di trattamento che vi possono essere svolte. Non tutte le demolizioni sono uguali, anche in considerazione dei trattamenti che si possono condurre in loco. Spazi del cantiere stesso, spazi circostanti il cantiere, prossimità ad insediamenti residenziali, ad insediamenti industriali, ad aree verdi, vie di accesso.
La progettazione della demolizione deve tener conto delle caratteristiche del luogo e delle attività che è effettivamente possibile condurre in loco, comprese le interazioni possibili con gli attori presenti nell'area.
Una opportunità è rappresentata dall'attività di trattamento in loco di materiali da demolizione che possano interfacciarsi con attività industriali che possano accogliere i materiali provenienti dalla demolizione. L'analisi deve essere effettuata in funzione di fattori e rischi ambientali, economici, sociali, di sicurezza per gli operatori e per coloro che sono presenti nell'area. Per esercitare queste attività spesso sono necessarie autorizzazioni più o meno complesse a seconda anche del contesto.
Le operazioni in loco possono diventare estremamente vantaggiose in termini di interfaccia con il territorio e di riduzione delle esigenze di trasporto. Le decisioni sulle lavorazioni in loco per il riutilizzo e il riciclaggio devono tener conto delle caratteristiche del cantiere quali le interazioni possibili con il contesto circostante, partendo dagli spazi, per considerare gli impatti acustici, di polvere, .. e di traffico, le interazioni tecnologiche, gli impatti (pensiamo all'opportunità quando siamo in adiacenza di una zona industriale o al vincolo se siamo in adiacenza di una zona residenziale).
Il progettista della demolizione analizzerà dunque spazi, attività compresenti, insediamenti abitativi, e redigerà un piano di demolizione che comprenda anche le opportunità di interfaccia. A parità di edificio od opera da smantellare cambierà completamente l'approccio se siamo in zona rurale con disponibilità di spazi o in area urbana fortemente popolata.


RIFIUTI DI IMBALLAGGIO

Relativamente alla fase di costruzione, poi, non è affatto secondaria una pianificazione dell'arrivo in cantiere dei materiali, riducendo al massimo l'arrivo in cantiere degli imballi, migliorando la catena di fornitura, ottimizzando le consegne di merci alla rinfusa, favorendo accordi di ritiro con i fornitori ecc. Occorre cernire i rifiuti di imballaggio prodotti sul cantiere seguendo le pratiche locali di raccolta dei rifiuti, come la raccolta differenziata di plastica, legno, cartone e metallo. Il direttore dei lavori deve vigilare ad una diligente raccolta differenziata con corretta attribuzione dei codici ai rifiuti di imballaggio.
Per il direttore dei lavori, sommo regista del processo edilizio, è auspicabile che le competenze ambientali richiamate dal par. 2.6.1 del Decreto CAM D.M. 17 ottobre 2017 vengano chiaramente ritenute cogenti (in quanto tali adempimenti sono già obbligo di legge) e non solo elementi premianti come espresso nel citato Decreto vigente fino ad oggi, e non solo limitatamente ai lavori pubblici, ma anche privati.
Sono da evitare i fenomeni assai diffusi riscontrabili quotidianamente di autocarro parcheggiato in adiacenza dell'edificio in cui vengono gettati alla rinfusa calcinacci, WC, lavandini, mobili, porte, piastrelle,..
Una particolare attenzione va riservata agli imballaggi contaminati, come ad esempio i barattoli di vernice. Ad esempio, occorre evitare l'abbandono di barattoli semivuoti; i barattoli di vernice devono essere vuoti e puliti il più possibile con un pennello e lasciati con il coperchio aperto in modo da fare asciugare eventuali residui. Una volta applicati questi accorgimenti, i barattoli sono classificabili come rifiuti non pericolosi e possono essere facilmente riciclati.


LA DOCUMENTAZIONE È FONDAMENTALE

Il monitoraggio diffuso lungo tutto il ciclo di gestione dei rifiuti è fondamentale: le imprese coinvolte nei processi devono descrivere pedissequamente in appositi documenti le attività realmente condotte. Questa trasparenza del processo di gestione dei rifiuti da C&D contribuisce ad accrescere la fiducia nella affidabilità del processo.
Un ruolo importante a riguardo può essere esercitato dagli enti di certificazione, che possono, grazie alla metodologia di cui sono custodi competenti, garantire l'attendibilità delle informazioni connesse ai processi condotti.
E' auspicabile che percorsi obbligati o preferenziali possano comportare l'accompagnamento documentale dei processi e che strumenti come quello richiamato ad esempio al punto 2.1.1 del DM.11.ottobre.2017 (decreto Criteri Ambientali Minimi) possano trovare diffusione sempre più ampia.
Il D.M. recita infatti come segue:

Selezione dei candidati: sistemi di gestione ambientale
L'appaltatore deve dimostrare la propria capacità di applicare misure di gestione ambientale durante l'esecuzione del contratto in modo da arrecare il minore impatto possibile sull'ambiente, attraverso l'adozione di un sistema di gestione ambientale, conforme alle norme di gestione ambientale basate sulle pertinenti norme europee o internazionali e certificato da organismi riconosciuti.
Verifica: l'offerente deve essere in possesso di ... una certificazione secondo la norma ISO14001 o secondo norme di gestione ambientale basate sulle pertinenti norme europee o internazionali, certificate da organismi di valutazione della conformità. Sono accettate altre prove relative a misure equivalenti in materia di gestione ambientale, certificate da un organismo di valutazione della conformità, come una descrizione dettagliata del sistema di gestione ambientale attuato dall'offerente (politica ambientale, analisi ambientale iniziale, programma di miglioramento, attuazione del sistema di gestione ambientale, misurazioni e valutazioni, definizione delle responsabilità, sistema di documentazione) con particolare riferimento alle procedure di: · controllo operativo che tutte le misure previste all'art. 15 comma 9 e comma 11 di cui al decreto del Presidente della Repubblica 207/2010 siano applicate all'interno del cantiere. · sorveglianza e misurazioni sulle componenti ambientali; · preparazione alle emergenze ambientali e risposta.


IL RUOLO DEL PROGETTISTA

Chi deve fare il primo passo? Sicuramente il progettista.
Il progettista "sostenibile" ha la "missione" di progettare tenendo conto delle possibilità di recupero dei rifiuti derivanti dalla demolizione di opere preesistenti e della loro valorizzazione, evitando lo smaltimento in discarica, coerentemente con quanto disciplinato dalla Direttiva Quadro 2008/98/CE del 19 novembre 2008 che ha rafforzato i principi della precauzione e della prevenzione nella gestione dei rifiuti. Gli obiettivi sostenibili di un progetto devono essere:
• promuovere un sistema di gestione degli scarti delle produzioni;  
• recuperare quei materiali oggi considerati rifiuti anche provenienti dal post consumo, consentendone il riutilizzo nei cicli di produzione;
• verificare la fattibilità di adattare i processi di fabbricazione dei prodotti componenti affinché siano in grado di lavorare e trattare anche rifiuti e scarti;
• la fattibilità di ridurre gli impatti ambientali dovuti allo smaltimento in discarica di questi rifiuti generati dalla eventuale demolizione pregressa e dal processo di costruzione vero e proprio.
Una mission di progettazione particolarmente raffinata chiama dunque in causa una progettazione che preveda l'impiego di materiali ottenuti da scarti di produzione, con la necessità di un'apertura mentale alle altre filiere (la filiera della costruzione non deve disdegnare il ricorso a materie "prime" secondarie provenienti da filiere come, ad esempio, quella del mobile, quella tessile o, perfino, quella alimentare). Non basta proprio più, quindi, pensare solo alla funzionalità strutturale e funzionale dell'opera o alla sua estetica, ma diventa ogni giorno più importante la sensibilità tecnologica del progettista, chiamato sempre più a caratterizzare l'intervento in base all'impatto ambientale diretto ed indiretto, con l'obiettivo di pensare sostenibile.
L'architetto o l'ingegnere civile diventano sempre più, quindi, dei tecnologi chiamati a rendere sostenibile la filiera delle costruzioni, che, ricordiamo, ha un forte impatto nella produzione del flusso di rifiuti, nell'Unione europea il flusso dei rifiuti da costruzione è infatti pari a circa un terzo di tutti i rifiuti prodotti.
Il progettista deve avere anche la sensibilità per progettare sia la costruzione, che la demolizione che precede la costruzione, quando necessario. Questa demolizione è diversa a seconda del contesto circostante. Il progettista è chiamato ad analizzare il contesto, a studiare gli interscambi dell'opera, della demolizione dell'opera preesistente, della costruzione dell'opera, dell'esercizio dell'opera, compresa la manutenzione nel corso della vita utile dell'opera, dello smantellamento dell'opera. In queste diverse fasi vanno "pesate" le interazioni con l'ambiente circostante.
Pensiamo agli impatti sul territorio della demolizione di un cavalcavia. L'ente di certificazione ABICert ha condotto un'esperienza durante i lavori connessi alla realizzazione del passante ferroviario di Torino, con la demolizione di un cavalcavia, il trasporto dei detriti, la segregazione delle diverse componenti, la lavorazione, il riutilizzo, l'impatto della costruzione, l'impatto delle limitazioni di traffico, dei trasporti, della costruzione, finalmente l'impatto di esercizio dell'opera, con la riduzione dell'impatto dell'esercizio ferroviario, l'impatto della manutenzione dell'opera.
Nel caso di un edificio il tutto è spesso molto più semplice.
Dunque si amplia il contesto, cresce la sensibilità del professionista, crescono le esigenze di competenza, cresce l'esigenza di una figura di competenze ambientali riconosciute, un gestore della filiera sostenibile.