Roghi, discariche abusive e un boom di reati nel ciclo dei rifiuti raccontano un Paese che ancora fatica a gestire i propri scarti. Il Decreto Terra dei Fuochi segna una svolta nella tutela ambientale introducendo pene più dure e nuovi obblighi per le aziende, che diventano protagoniste della legalità nella filiera
Nel 2024 i reati legati al ciclo dei rifiuti in Italia hanno superato quota 11.000, con un incremento del 19,9% rispetto all'anno precedente. È quanto emerge dal nuovo Rapporto Ecomafia 2025 di Legambiente, che conferma la gestione illecita dei rifiuti come uno dei fronti più critici dell'illegalità ambientale nel nostro Paese.
La crisi ambientale che ha colpito il Sud Italia negli ultimi anni è diventata il simbolo delle fragilità del sistema di gestione dei rifiuti in tutto il Paese, con gravi conseguenze sul territorio e sulla salute dei cittadini. I roghi e le discariche illegali hanno mostrato quanto la mancanza di controlli efficaci possa compromettere non solo l'ambiente, ma anche la sicurezza e il benessere delle comunità locali. Un'emergenza che ha reso urgente l'intervento dello Stato per ristabilire un equilibrio tra sviluppo, legalità e protezione ambientale.
Il Decreto Rifiuti 2025 (DL 116/2025), ribattezzato "Decreto Terra dei Fuochi", è stato convertito nella Legge 147/2025 ed è entrato in vigore l'8 ottobre 2025. La nuova norma nasce proprio per rispondere a queste criticità e ai richiami della Corte europea dei diritti dell'uomo, che ha condannato l'Italia per la mancata tutela dei cittadini esposti ai roghi tossici. Ma il suo impatto va ben oltre le aree più colpite. Con questa legge infatti il governo ha ridefinito l'intero quadro sanzionatorio in materia di rifiuti, intervenendo su diversi regolamenti che disciplinano la gestione dei rifiuti e la responsabilità delle imprese in ambito ambientale.
Per le imprese tolleranza zero, multe e carcere per chi viola le norme
Il nuovo decreto interviene su tutti i fronti della filiera dei rifiuti, introducendo pene più dure e aggravanti specifiche per chi opera nell'ambito di un'attività d'impresa, in questo modo si vuole rafforzare la lotta all'inquinamento e contrastare la gestione illecita. Ecco le sanzioni introdotte:
● Abbandono di rifiuti non pericolosi: ammenda che può arrivare a 18.000 euro; se viene messa a rischio la salute pubblica la pena può arrivare fino a 5 anni e 6 mesi di reclusione
● Gestione o trasporto illecito di rifiuti pericolosi: condanne fino a 5 anni di reclusione, con aggravanti specifiche per le attività d'impresa
● Trasporto non autorizzato: rischio di sospensione o cancellazione dall'Albo Gestori Ambientali
● Combustione illecita di rifiuti: fino a 7 anni di reclusione, soprattutto se coinvolge materiali pericolosi o provoca incendi
● Mancata o incompleta tenuta dei registri di carico e scarico: sanzioni fino a 30.000 euro e sospensione dell'Albo fino a un anno
● Falsità documentale nei formulari: reato penale punito con la reclusione da 1 a 3 anni
Uno degli aspetti più innovativi del Decreto Terra dei Fuochi riguarda proprio l'estensione della responsabilità amministrativa delle aziende, infatti non sono più soltanto i singoli operatori a rispondere delle violazioni, ma adesso anche l'impresa può essere chiamata in causa, con sanzioni pecuniarie, interdittive e fino alla chiusura temporanea dell'attività. L'aggravante dell'attività d'impresa prevede infatti l'aumento di un terzo delle pene per tutti i reati ambientali commessi nell'esercizio di un'attività organizzata.
Ma cosa possono fare le aziende per ridurre il rischio di sanzioni? Innanzitutto dovrebbero verificare la corretta gestione dei rifiuti, dalla classificazione al deposito temporaneo, fino alla corretta compilazione dei registri e dei formulari. È importante poi controllare che impianti e trasportatori siano autorizzati, e che l'azienda sia iscritta al RENTRI.
Massima attenzione va riservata anche alla compilazione dei documenti, oggi sanzionata in modo più severo, e all'aggiornamento dei Modelli 231, per includere i nuovi reati ambientali. Infine, l'attivazione di audit interni e controlli periodici può aiutare a prevenire errori e garantire la piena conformità.
In questo nuovo quadro legislativo la tecnologia diventa un alleato strategico per le imprese, che grazie a strumenti come Rifiutoo, software gestionale in cloud per i rifiuti aziendali, riescono a semplificare la gestione di questi materiali e a prevenire errori che possono tradursi in sanzioni e reati.
"Per le aziende produttrici di rifiuti, la non conformità non è più un rischio teorico, ma può tradursi in pesanti sanzioni pecuniarie e responsabilità penali. Ogni errore nella gestione, della tracciabilità del rifiuto, può oggi avere conseguenze dirette e gravi sull'impresa. Con gli strumenti giusti, però, è possibile trasformare questo obbligo in un vantaggio competitivo, e gestire i rifiuti in modo sicuro ed efficiente," conclude Andrea Cavagna, co-fondatore di Rifiutoo.