BESS industriali: tra corsa all'accumulo e criticità taciute di un mercato in transizione

Il mercato dei sistemi di accumulo energetico (BESS, Battery Energy Storage Systems) è oggi una delle frontiere più dinamiche della transizione energetica. La crescita delle rinnovabili, e in particolare del fotovoltaico, ha rivoluzionato la struttura dei prezzi dell'energia, creando nuove opportunità economiche ma anche squilibri profondi nella gestione della rete elettrica.

 

Negli ultimi due anni, l'industria italiana ha assistito a un fenomeno inedito: i picchi di produzione da solare, concentrati nelle ore centrali della giornata, coincidono sempre più spesso con i momenti di minimo prezzo dell'energia. In altre parole, molte aziende producono energia rinnovabile per autoconsumo quando l'energia vale meno. È una distorsione strutturale che mette in crisi il modello di ritorno sugli investimenti degli impianti fotovoltaici aziendali: le imprese hanno investito milioni di euro per ridurre la dipendenza dalla rete, ma oggi si trovano a generare energia proprio nelle fasce orarie in cui il prezzo è più basso. I sistemi di accumulo diventano così un elemento indispensabile non solo dal punto di vista tecnico, ma anche finanziario e competitivo: consentono di valorizzare l'energia prodotta, ottimizzare i costi e restituire stabilità economica e operativa alle imprese.

L'interesse verso i sistemi di accumulo energetico è cresciuto in modo esponenziale, trainato dal crollo dei costi delle batterie: negli ultimi anni i prezzi si sono ridotti di oltre il 90%, con circa la metà di questa diminuzione concentrata solo nell'ultimo anno. Un cambiamento di scala che ha aperto il mercato a nuovi modelli di business e a una molteplicità di operatori. Ma la rapidità di questa evoluzione porta con sé anche alcune ombre.

Oggi il mercato è popolato da una moltitudine di technology provider, in larga parte asiatici, che propongono soluzioni molto differenti tra loro. Il nodo non riguarda la tecnologia di base - le celle LFP, ad esempio, rappresentano ormai uno standard globale - bensì la coerenza nell'integrazione dei sistemi, nella qualità dei componenti e nelle certificazioni.

È un mercato in piena espansione ma ancora privo di una grammatica condivisa, come quella che negli anni ha reso maturo il fotovoltaico. Il risultato è una frammentazione tecnologica che rende difficile orientarsi tra fornitori e prodotti. Due batterie apparentemente identiche possono offrire prestazioni radicalmente diverse, non solo in termini di efficienza e durata, ma anche di sicurezza e affidabilità complessiva.

Se la funzione tecnica dei sistemi di accumulo è chiara - immagazzinare energia e restituirla quando serve - è il contesto economico ad averne ridefinito il significato. Oggi i BESS consentono alle imprese di sfruttare la variabilità dei prezzi dell'energia, caricando nelle ore a basso costo e rilasciando quando i prezzi aumentano.

Negli ultimi anni, il mercato elettrico sta mostrando dinamiche di prezzo sempre più marcate, con picchi nelle ore mattutine e serali e valori più bassi nelle fasce centrali della giornata, quando la produzione da rinnovabili è più elevata. In questo contesto, le BESS possono contribuire a riequilibrare la rete assorbendo energia nei momenti di surplus e rilasciandola nelle ore di maggiore domanda. È il principio dell'arbitraggio energetico, che trasforma la gestione dell'energia da semplice funzione di supporto a leva di efficienza e stabilità per gli stabilimenti produttivi.

Non solo. I sistemi di controllo più avanzati, integrati con piattaforme di Energy Management predittivo (EMS), analizzano in tempo reale prezzi dell'energia, previsioni meteo e andamenti dei consumi industriali, per anticipare quando sarà più conveniente caricare o scaricare. Questa capacità di previsione trasforma il BESS in un attore intelligente del sistema energetico: non segue il mercato, lo anticipa. L'impianto diventa così una microgrid capace di autoregolarsi, ottimizzando costi e risorse prima ancora che si manifestino le oscillazioni di rete o di prezzo.

È un'evoluzione che accompagna la trasformazione del mix energetico nazionale e che, nei prossimi anni, renderà l'accumulo un'infrastruttura indispensabile tanto per gli operatori di rete quanto per le imprese industriali. A ciò si aggiungono nuove opportunità: ridurre gli oneri legati al Capacity Market, partecipare al meccanismo di modulazione straordinaria o ridurre i picchi di potenza contrattuale (peak shaving), ottimizzando così anche la struttura tariffaria.

Dietro le opportunità si celano però ancora nodi tecnici e normativi poco affrontati. Il primo riguarda il codice di rete, che stabilisce le modalità di connessione e gestione degli impianti elettrici. Oltre determinate soglie di potenza, un sistema di accumulo può essere classificato come impianto "rilevante", con conseguenze rilevanti in termini di requisiti, procedure autorizzative e limitazioni operative. Si tratta di aspetti spesso sottovalutati, che possono incidere in modo significativo sulla redditività complessiva dei progetti.

Un secondo tema cruciale è la cybersecurity. A differenza di un impianto fotovoltaico, un sistema di accumulo non opera in modo autonomo: deve essere gestito attraverso un Energy Management System (EMS), che dialoga costantemente con la rete e con la batteria. La diffusione di EMS di origine extraeuropea pone interrogativi sulla sicurezza dei dati e sulla protezione delle infrastrutture critiche. Disporre di sistemi sviluppati secondo standard europei rappresenta quindi un elemento di garanzia non solo tecnologica, ma anche economica, a tutela dell'investimento nel tempo.

Infine, resta aperto il tema della sicurezza fisica e della qualità dei componenti. Non tutti i sistemi presenti sul mercato rispettano gli stessi standard antincendio o antiesplosione, e la filiera risulta ancora eterogenea e poco trasparente. Non mancano produttori che si presentano come "Tier 1" senza disporre di adeguata tracciabilità o certificazioni indipendenti È un problema serio, che richiede maggiore chiarezza e responsabilità industriale in un comparto dove il rischio operativo non può essere trascurato.

In prospettiva, la crescita delle rinnovabili e l'elettrificazione dei processi industriali renderanno essenziale disporre di energia flessibile onsite. Le BESS non saranno più semplici accumulatori, ma veri e propri asset di flessibilità: permetteranno di stabilizzare i consumi, ridurre i costi energetici e supportare la rete. Chi integrerà questi sistemi nella propria infrastruttura produttiva non solo aumenterà l'efficienza e la resilienza dello stabilimento, ma garantirà alla propria industria un vantaggio competitivo in un mercato energetico in rapida evoluzione.