Scorie da incenerimento dei rifiuti

Gli inceneritori, se adeguatamente equipaggiati, si rivelano degli ottimi alleati sia per lo smaltimento dei rifiuti che per la fornitura di energia.Ma c'è una questione importante da risolvere: le ceneri leggere da combustione

Nonostante i pareri discordanti, l'incenerimento dei rifiuti prosegue per la sua strada, naturalmente dove gli impianti già esistono, perché, per quel che riguarda la costruzione d'inceneritori nuovi, i tempi sembrano bloccarla. Sicuramente, se sul serio si decidesse di eliminare le discariche, che del resto vanno perdendo la fiducia degli enti interessati per i problemi che sollevano (dalla realizzazione alla gestione e alla chiusura, senza considerare che per parecchi lustri il suolo occupato dai rifiuti resta indisponibile per altri usi), ci sarebbe da tenere presente che oggi tale forma di smaltimento dei rifiuti indifferenziati sembra essere l'unica possibilità disponibile. Se gli inceneritori sono dotati di adeguate attrezzature, possono diventare valide sorgenti di energia termica ed elettrica, oltre che per il teleriscaldamento. In sostanza, in conformità a queste considerazioni, non sembra errato affermare che, più che inceneritori o termodistruttori, gli impianti di trattamento igneo dei rifiuti, possano essere giustamente denominati termovalorizzatori e che, come tali, se opportunamente adeguati alle limitazioni previste in merito alle emissioni in atmosfera, siano destinati a esistere e a operare ancora lungamente.

Ovviamente, l'obiettivo tecnico è quello di ottimizzare la combustione, dotando l'impianto delle caratteristiche dovute. Pur con l'impegno della tecnologia, però, non si può pervenire a una combustione completa, per cui alla fine sul fondo si accumulano scorie e ceneri, che devono essere opportunamente smaltite, mentre alla ciminiera si indirizzano fumi di combustione necessariamente da depurare prima della loro diffusione nell'ambiente aereo. I residui solidi di combustione, come detto, sono composti di scorie che non preoccupano più di tanto, essendo pesanti e poco inquinanti, a differenza delle ceneri che sono molto fini, leggerissime e volatili, per cui sia per ingombro sia per potenziale dispersione nell'aria diventano piuttosto intralcianti. Dal momento che si tratta di materiali recuperabili, nondimeno, possono essere sottoposti a processi di rivalorizzazione, che li prepari al loro riutilizzo.

Le scorie
I "rosticci", come anche si definiscono le scorie di fondo, solitamente sono conferiti a discarica, perché - come si è detto più sopra - non sono inquinanti; tuttavia, prima si preferisce passarli alla deferrizzazione, che significa unicamente recuperare tutte le sostanze ferrose che contengono. Se, però, si sottopongono questi scarti a processi definiti di trattamento e maturazione da eseguire in adeguati impianti, le reazioni chimico-fisiche relative sono tali da far loro acquisire le caratteristiche richieste per la loro utilizzazione nella realizzazione di terrapieni, massicciate o altre opere similari. In effetti, le scorie sottoposte a un periodo di maturazione raggiungono una composizione del tutto stabile, quando entrano in contatto con l'umidità e l'anidride carbonica contenute nell'aria e con loro reagiscono. Dopo di che, si passa alla macinazione e in seguito alla selezione granulare del materiale ottenuto, la quale ultima consente di avere a disposizione le pezzature adatte alle varie destinazioni e realizzazioni. In questa fase, si mettono in funzione le apparecchiature capaci di separare dalla massa i materiali non ferrosi.
Fra questi, particolare menzione merita l'alluminio, il quale è opportuno sia rimosso separatamente, perché è un metallo industrialmente prezioso e, perciò, se da un lato non è il caso che vada perduto, dall'altro, avendo con il tempo la brutta tendenza a procurare reazioni di rigonfiamento, è consigliabile che non si trovi all'interno di manufatti; e non solo, perché il recupero dell'alluminio usato consente di non disturbare più di tanto le miniere di bauxite, allumina idrata, che è una roccia sedimentaria.
Il minerale più importante nella composizione delle scorie è la silice (SiO2), che garantisce una certa stabilità strutturale alle opere in cui esse sono introdotte. Logicamente, la percentuale in silice dipende dalla presenza di vetro nei rifiuti inceneriti, per cui non può essere mai costante.

Le ceneri leggere
Forse, l'aspetto negativo di tutta l'operazione della combustione dei rifiuti, sta nella formazione delle ceneri leggere, non in quanto tali, bensì per il fatto che nelle stesse si trovano notevoli quantitativi di metalli pesanti, quali cromo, piombo, zinco, oltreché sostanze organiche incombuste, cioè tutti residui di combustione, che purtroppo possono contenere diossine e furani. Comprensibilmente, questa inopportuna presenza mette in seria difficoltà il loro smaltimento. Essendo stato dimostrato che le ceneri di cui si tratta non sono degradabili in discarica, tale forma di smaltimento deve essere accantonata. Prima di ogni altra cosa, di conseguenza, bisogna inertizzarle sottoponendole a processi tutt'altro che semplici.
Le possibilità a disposizione della tecnologia sono diverse. Fra queste, la seguente può dimostrarsi interessante. Si uniscono le ceneri ad altri materiali di scarto di altri processi, come le ceneri di combustione del carbone, le scorie da inceneritori, le sabbie di fonderia, mischiando bene il tutto e trattandolo a elevata temperatura. Così, mentre avviene l'eliminazione di tutte le sostanze inquinanti, la miscela passa in fusione, grazie alla presenza dei metalli pesanti. A questo punto, si è ottenuto un prodotto del tutto inertizzato che, con l'ausilio di fondenti adatti, diventa vetroso e per nulla pericoloso. Utilizzando materiali di scarto, risultanti da diversi processi industriali e da incenerimenti, alla fine si ottiene un prodotto a basso costo, eliminando così, allo stesso tempo, scarti che si presentavano difficili da smaltire.

Conclusioni
Gli inceneritori, mentre consentono di ovviare allo smaltimento dei rifiuti mediante il loro conferimento alle discariche tradizionali dei rifiuti indifferenziati, hanno il pregio di fornire energia sia termica sia elettrica a basso costo, e per di più anche i loro scarti, adeguatamente trattati, possono partecipare economicamente all'operazione dando un valido contributo.