L’ultimo batter d’ali de “Le Farfalle”

Demolizione tramite esplosivi di tre palazzine identiche site a Saronno, in provincia di Varese. Un'eccellente vicenda tecnica che ha dimostrato come l'operare in sintonia fra l'ente appaltante, A.L.E.R., l'impresa aggiudicataria, Cassavia srl, e il subappaltatore, SIAG srl, abbia consentito di raggiungere un risultato perfetto sotto molteplici punti di vista

In data 22/05/2015, a seguito dell'espletamento della gara d'appalto individuata con Determina n. 149 del 12/11/2014 disposta dall'A.L.E.R. (Azienda Lombarda per l'Edilizia Residenziale di Varese, Como, Monza Brianza e Busto Arsizio), l'impresa CASSAVIA S.r.l. UNIPERSONALE si è aggiudicata i lavori relativi alla demolizione edilizia di tre fabbricati siti tra via Torricelli n.16, via F.lli Cervi n.10 e via Don Minzoni n.7/A nel Comune di Saronno, in provincia di Varese. Il complesso, da tutti conosciuto come "Le farfalle", nel cuore del rione Matteotti, risaliva agli anni '70 ed era costituito da tre edifici identici dalla particolare forma ad "H" (o a farfalla come si può vedere dall'alto) caratterizzati da cinque piani fuori terra ciascuno, per un totale di 72 alloggi e un'autorimessa collettiva.
Come ci ha spiegato Francesco Cassavia, Amministratore Unico della Cassavia srl: "Gli edifici presentavano una struttura in cemento armato con tamponamenti in mattoni, corpo scala aggiunto in un secondo momento e parapetti sui balconi da considerarsi alla stregua di manufatti cosa che ha, fin da subito, decretato la pericolosità di un'eventuale demolizione meccanica classica tramite escavatore". Ecco quindi la decisione di farli brillare, nonostante la vicinanza con gli altri edifici.
Prima di entrare nel merito della demolizione vera e propria, occorre però sottolineare che già in fase di gara era emersa la presenza di materiali contenenti fibre artificiali vetrose (FAV) e materiali contenenti amianto (MCA) da rimuovere e bonificare prima di eseguire le attività di demolizione degli edifici, senza che i relativi oneri venissero quantificati e computati. Le analisi in seguito effettuate per conto dell'impresa CASSAVIA S.r.l. e le controanalisi effettuate dall'A.L.E.R. hanno confermato la presenza di amianto in modo conclusivo ed esaustivo.
In seguito a tale conferma il Direttore dei Lavori ha ordinato la sospensione dei lavori che si è protratta per un totale di 109 giorni, facendo slittare il termine previsto in fase di aggiudicazione dell'appalto.
Terminato ed approvato l'iter burocratico, propedeutico alla esecuzione delle operazioni di bonifica e rimozione dei MCA e dei materiali FAV, si è potuto procedere alla loro rimozione. Nel contempo l'impresa CASSAVIA S.r.l., forte della sua esperienza nel settore ed in collaborazione con lo Studio Tecnico Associato R.P.P. nella persona del Geom. Gian Carlo Prette, esperto in lavori di demolizione, ha formalmente proposto alla stazione appaltante una soluzione diversificata di demolizione dei tre edifici: ossia tramite brillamento di cariche esplosive. Tale opzione, nonostante fosse più onerosa per l'impresa stessa rappresentava, di fatto, la soluzione ideale in relazione al contesto residenziale in cui si trovava l'area di cantiere; la sua adozione, alternativa alle demolizioni meccaniche previste dal progetto, consentiva una significativa riduzione delle tempistiche lavorative oltre al conseguimento di notevoli benefici in termini di impatto ambientale, riconducibili ad una minore movimentazione di mezzi pesanti (viabilità pubblica meno congestionata), ad una contenuta propagazione delle polveri e a un ridotto impatto sull'inquinamento acustico, nonché una maggiore sicurezza per gli operari che si sarebbero trovati ad operare con il rischio di un possibile crollo, vista la natura dei manufatti.
Per poter procedere, i primi due piani sono stati sventrati con l'escavatore, spaccando i tamponamenti, tagliando il vano scale applicato e forando la soletta per posizionare le micro cariche.

 

L’INTERVENTO ESPLOSIVO Danilo Coppe -  SIAG Parma

L’abbattimento delle "Farfalle" di Saronno ha rappresentato per  Siag srl una sfida tecnica rilevante. Tre le criticità emerse:
1) La vicinanza da altri edifici densamente abitati  alcuni dei quali con chiari segni  di vetustà;
2) La forma particolare dei manufatti che, per tale peculiarità, presentavano un baricentro molto basso e quindi più difficili da orientare in fase di collasso;
3) I limiti imposti dal mercato degli accessori da mina dovuti alla assurda legislazione vigente che obbliga all’uso esclusivo, in campo elettrico, dei detonatori ad alta intensità.
Alla fine delle operazioni, ovviamente andate a buon fine, visto che ne scriviamo la storia, quello che resta è una eccellente vicenda tecnica che, nella sua globalità, dimostra di come si possano realizzare operazioni simili con successo se c’è la coralità di intenti come quella vista a Saronno. L’Ente appaltante (ALER), l’impresa aggiudicataria (Cassavia) e il subappaltatore (Siag) hanno lavorato in perfetta armonia profondendo, ognuno nel suo ruolo una precisa e professionale volontà di cooperare.


LE PROBLEMATICHE PREVENTIVE

La vicinanza da altri edifici

Molteplici le criticità imposte dalla estrema vicinanza con altri edifici, in particolare quelli limitrofi alla Farfalla A ed alla Farfalla C. Questi ultimi erano anche più alti di gran parte degli edifici del circondario.
In casi come questo è diventato imperativo realizzare uno stato di fatto preventivo degli edifici, per evitare, come consuetudine abbastanza italica, quello di cercare di sfruttare le demolizioni altrui come pretesto per riparare danni preesistenti.
In questa operazione si è particolarmente prodigata la Direzione Lavori ALER nella persona di Milena Pozzatello che ha visitato oltre 120 famiglie, oltre che per accompagnare i tecnici della Cassavia incaricati al censimento di lesioni o danni preesistenti, anche per informare e tranquillizzare circa le modalità degli eventi successivi.
In seguito, per proteggere tali abitazioni sono state realizzate due linee di protezione, utilizzando gran parte dei materiali presenti in cantiere, ossia porte di interni  e dei garages, ecc.

La forma particolare dei manufatti
Dal punto di vista statico gli edifici avevano una struttura portante classica a solai e pilastri in cemento armato. A complicare la vita dell’esplosivista c’erano sostanzialmente due “anomalie”. La prima era la presenza di due corpi rigidi uno dentro l’altro: la massiccia tromba ascensore inserita dentro la tromba scale; più un’ulteriore scala di emergenza esterna ma a ridosso di quella interna, collegata mediante una robusta soletta in c.a.

 


Il presente articolo è stato pubblicato a pag. 45 del n. 3/2016 di Recycling...continua a leggere