Dare spazio alle mele

Per il rinnovo e ampliamento della sede logistica Cofrum di Marlengo (BZ) si è dovuti ricorrere alla demolizione dei vecchi capannoni. Un lavoro delicato in un contesto ambientale eccezionale affidato alla Schwienbacher Erdbewegungen di Lana

La tutela e la salvaguardia del territorio fanno parte del patrimonio genetico dell'Alto Adige. Un patrimonio prezioso che gli abitanti locali sanno perfettamente come valorizzare e che funge da volano inarrestabile per tutta l'economia locale. Una visione lungimirante che ha permesso alla Provincia Autonoma di Bolzano di essere fra le più fiorenti del territorio nazionale e che mette in moto meccanismi virtuosi che coinvolgono tutti i settori economici. L'economia locale ha una forte base agricola con le colture delle mele che, in tutta la regione, rivestono un'importanza fondamentale. Siamo andati fino a Marlengo, un piccolo comune in provincia di Bolzano, per vedere i lavori di rinnovo e ampliamento della sede logistica della Cofrum, una cooperativa di coltivatori di mele che fa capo alla Vog, azienda specializzata nella lavorazione e commercializzazione di questi frutti.
Un cantiere delicato sia per la sua configurazione work-in-progress sia per la contestualizzazione ambientale eccezionale fatta di frutteti, case storiche, scorci paesaggistici di rara bellezza.

Nuove esigenze
Le nuove esigenze della Cofrum hanno comportato la decisione di ampliare e rinnovare la sede logistica della cooperativa con un lavoro certosino organizzato per lotti successivi in modo da non interrompere mai le attività produttive e, nel contempo, programmare i lavori sulla base della sostenibilità sia logistica che economica. La convivenza fra nuovi edifici già edificati, vecchi capannoni ancora in uso e il cantiere per la costruzione del lotto programmato rende ovviamente molto complesso il lavoro con forti implicazioni da un punto di vista della sicurezza, delle tecniche di demolizione e della sovrapposizione fra diverse attività nel cantiere stesso.
La Schwienbacher Erdbewegungen, con sede a Lana (BZ) proprio nei pressi di Marlengo, è l'azienda a cui sono state affidate le opere di demolizione e movimento terra grazie a una riconosciuta capacità di portare a termine lavori particolarmente delicati nei contesti dei centri abitati dell'Alto Adige.

Una graduale sostituzione del costruito
L'ampliamento della sede logistica Cofrum è impostato su una completa riorganizzazione logistica dell'attività che non prevede incrementi in superficie ma un utilizzo più razionale dello spazio grazie a nuovi capannoni con un volume maggiore e un impatto estetico ridotto rispetto all'esistente.
Una cura progettuale architettonica con cui il costruito, in tutto l'Alto Adige, si integra con il contesto in modo assolutamente naturale. Anche e soprattutto con gli insediamenti produttivi che, proprio per la loro destinazione d'uso e le volumetrie in gioco, rappresentano dei punti nodali critici per il territorio.
La sede della Cofrum rientra in pieno in questa filosofia grazie a un utilizzo equilibrato di legno, calcestruzzo e acciaio.
Gli spazi a disposizione per il cantiere e la sua graduale esecuzione rendono però particolarmente difficili le opere di demolizione per la vicinanza fra vecchi e nuovi edifici con, in alcuni casi, distanze che superano il metro solo di pochi centimetri.
"Si tratta di un lavoro all'apparenza semplice ma che nasconde molte insidie", ci spiega Hannes Schwienbacher, giovane seconda generazione già attiva da anni nell'azienda di famiglia "la struttura dei vecchi capannoni si presenta non solo vetusta e instabile, ma lungo il confine con uno degli edifici realizzati di recente, c'è un grande muro in calcestruzzo armato e pietre la cui demolizione richiede molta cautela".
La struttura dei capannoni è infatti composta da pilastri e travi in calcestruzzo armato e da solai di copertura a doppia pendenza, di sezione sottile, con catene inferiori in acciaio che assorbono gli sforzi di trazione. Nel complesso si tratta di una costruzione esile, costruita con criteri sorpassati e non più idonea al compito per cui era nata parecchi decenni orsono. Questa parte, infatti, presentava una consistenza poco omogenea e comportava il rischio di spezzarsi in modo imprevisto con il rischio di finire contro il nuovo edificio. "Abbiamo sistemato ovviamente delle barriere di protezione", continua Hannes "ma gli imprevisti sono sempre in agguato per cui abbiamo messo a punto una sequenza di demolizione ben precisa che l'operatore deve rispettare".
Per demolire questi fabbricati la Schwienbacher Erdbewegungen utilizza un Caterpillar 340 Demolition con braccio che supera l'altezza di 20 metri.
"La demolizione dei capannoni avviene per ogni singola campitura di solaio", ci racconta Hannes, mentre l'escavatore è al lavoro "prima di tutto si demolisce il solaio in laterocemento su entrambe le falde della copertura, poi si demoliscono le travi e i travetti in spessore. Questo avviene fra una campata e l'altra. Quando tutta la campitura del solaio di copertura è stata demolita si procede con il taglio della catena e con la demolizione delle travi portanti principali e dei pilastri".
L'ordine logico da rispettare è rigoroso ed evita che ci siano distacchi inaspettati che potrebbero mettere a rischio gli edifici esistenti.

Differenziare è la prima regola
"La nostra filosofia" sottolinea Hannes "è di condurre il cantiere con il massimo ordine possibile. Mentre si demolisce si esegue anche la selezione e frantumazione delle macerie in modo da separare tutti i componenti e avviarli al riciclaggio nel minore tempo possibile».
Gli spazi nel cantiere sono infatti decisamente sacrificati e quindi non è possibile organizzare grandi zone di stoccaggio. Per la frantumazione e selezione delle macerie usiamo ormai da anni gli impianti mobili, abbiamo anche recentemente acquistato un nuovo impianto della REV che, in una sola macchina, esegue sia la frantumazione che la selezione".Il contesto operativo dell'Alto Adige infatti prevede passaggi in strade strette e ripide, cantieri in centri storici dal difficile accesso e dagli spazi ridotti. Risulta quindi fondamentale poter ridurre al massimo sia il numero di trasporti che quello occupato dai macchinari. Soprattutto dagli impianti che, necessari per un corretto processo di demolizione, comportano però una logistica complessa.

Un parco macchine di tutto rispetto
La Schwienbacher Erdbewegungen è una delle aziende più organizzate dell'Alto Adige grazie alla capacità di fare fronte a lavori impegnativi e delicati in contesti molto complessi.
Il parco macchine aziendale non è da meno e comprende escavatori, dozer, pale gommate, rulli compressori, miniescavatori, impianti mobili di frantumazione e selezione, autocarri a quattro assi e trattori con semirimorchio sia per il trasporto delle macchine operatrici che cassonati, mezzi speciali per abbattimento polveri.
"Attualmente abbiamo escavatori di diversi costruttori fra cui New Holland, Caterpillar e Liebherr. Nelle macchine più piccole lavoriamo invece con miniescavatori Takeuchi. Recentemente abbiamo acquistato un escavatore Doosan DX490 LC che è entrato in funzione proprio nel cantiere della Cofrum", ci spiega Hannes Schwienbacher "per le demolizioni abbiamo un escavatore Caterpillar 336D L Demolition ma il Doosan è oggi la macchina più grande nel nostro parco mezzi".
Una scelta che ha portato il confronto in azienda di vari costruttori di primo piano per riuscire a capire meglio le offerte del mercato.
"Si tratta di una specifica volontà aziendale", sottolinea Schwienbacher "che coinvolge non solo i costruttori di macchine movimento terra ma anche i veicoli industriali con MAN e Mercedes in concorrenza fra di loro. Mio padre ed io abbiamo deciso di provare le macchine che ci convincevano di più da un punto di vista strutturale e della concezione generale. E il DX490 LC è fra queste.
Il concessionario Fides e l'approccio che hanno avuto con noi ha fatto il resto. Siamo molto soddisfatti dell'acquisto effettuato e del rapporto che abbiamo instaurato con Luca Schullian, anche lui figlio d'arte esattamente come me".
Il nostro giudizio per ora è positivo, anche se inizieremo a tirare le somme fra qualche anno, dopo aver accumulato migliaia di ore di lavoro e messo alla prova la macchina in ogni contesto".
Come molte aziende dell'Alto Adige anche la Schwienbacher Erdbewegungen ha dei colori sociali che identificano le macchine e che contribuiscono ulteriormente all'immagine professionale dell'azienda. "Anche in questo caso", aggiunge Hannes "si è trattato di una scelta indirizzata alla qualità che riveste una notevole importanza, ovviamente insieme alla capacità tecnica e organizzativa, per i nostri committenti storici che sono quasi tutti privati e spaziano dall'impresa di costruzioni speciali e generali fino all'albergo o all'organizzazione immobiliare".
"Siamo un'impresa" e ci saluta al termine della visita "che opera curando la qualità e la tempestività. Ci siamo costruiti una solida reputazione che intendiamo consolidare ulteriormente nel tempo. Soprattutto con lavori come quello della Cofrum".