Acque ed economia circolare: i progetti virtuosi di Syndial per l’oro blu

Syndial, società ambientale di Eni, ha sviluppato un modello operativo integrato che si distingue per l'applicazione di tecnologie avanzate e sostenibili nelle attività di risanamento ambientale in un'ottica di economia circolare

Nell'ambito della strategia di sostenibilità e decarbonizzazione Eni, Syndial, società ambientale di Eni, ha individuato i propri obiettivi per contribuire alla transizione dal vecchio modello di sviluppo lineare e basato sul consumo di energia e risorse naturali, alla nuova economia più inclusiva e responsabile che contempli il recupero, la rigenerazione e il riutilizzo delle risorse naturali e dei beni prodotti.
Attraverso l'attuazione del suo modello operativo integrato, infatti, Syndial coniuga le attività di risanamento ambientale con la valorizzazione delle risorse suolo, acqua e rifiuti.
Un impegno che la società persegue, in sinergia con i territori in cui opera, mediante progetti di bonifica innovativi incentrati sulla riqualificazione produttiva delle aree bonificate, sulla gestione e sul trattamento delle acque al fine di ridurne il prelievo in natura e sul recupero dei rifiuti (da attività di bonifica e da attività industriali) per restituire loro nuove potenzialità di utilizzo, lavorando a stretto contatto con gli stakeholder e coinvolgendoli il più possibile nella definizione degli obiettivi di rilancio per l'economia locale.
Utilizzo efficiente dell'acqua
Per quanto riguarda la risorsa "acqua", Syndial è impegnata nella bonifica di numerose falde acquifere e, pertanto, gestisce numerosi impianti di trattamento delle acque e delle barriere idrauliche, dislocati su tutto il territorio nazionale. La gestione della risorsa idrica è finalizzata al suo recupero e al suo riutilizzo, in linea appunto con la strategia di Eni ispirata ai principi dell'economia circolare, sostenibile e responsabile. Parte del cosiddetto "oro blu", una volta trattato negli impianti Taf (Trattamento Acque di Falda), viene infatti utilizzato per la produzione di acqua demineralizzata (c.d. acqua demi), destinata ad essere reimpiegata nel medesimo sito per attività industriali, riducendo così il prelievo di acqua in natura per questo fine. Apposite sezioni di produzione di acqua demineralizzata sono state installate presso gli impianti Taf di Priolo, Porto Torres, Assemini e Brindisi e distribuiscono la preziosa risorsa idrica alle co-insediate per uso industriale. In altri casi, come nell'impianto di Manfredonia, l'acqua trattata viene parzialmente re-iniettata in falda al fine di ripristinare le condizioni naturali degli acquiferi.
Nel corso del 2018 Syndial ha trattato oltre 30 Mm3 di acque e recuperandone quasi 5 Mln m3 con l'obiettivo futuro di favorire il riutilizzo dell'acqua anche da parte di terzi, per usi industriali o ad uso irriguo per l'agricoltura.


Gli impianti di trattamento delle acque di falda (TAF)
Syndial gestisce 42 impianti di Trattamento delle Acque di Falda (di cui 27 di proprietà) e barriere idrauliche, poiché la società ambientale di Eni da sempre pone al centro della propria mission circolarità e sostenibilità, le attività di trattamento delle acque sono di primaria importanza. Già dal 2011 è stata avviata infatti una razionalizzazione energetica, tecnica e gestionale di tutti gli impianti di trattamento acque di Syndial e, nel 2018, è stata anche effettuata una valutazione di benchmark tecnologico per individuare le azioni da mettere progressivamente in atto.
Dalle analisi è emerso che tutti gli impianti Taf sono allineati alle BAT ("Best Available Techniques"- ovvero le tecniche impiantistiche, di controllo e di gestione che garantiscono bassi livelli di emissione di inquinanti, l'ottimizzazione dei consumi di materie prime, prodotti, acqua ed energia e un'adeguata prevenzione degli incidenti). Di questi, 13 impianti Taf sono allineati anche alle BATNEEC di settore ("Best Available Techniques Not Entailing Excessive Cost" - ovvero l'impiego delle migliori tecniche disponibili che non siano eccessivamente onerose in termini di costi) e 3 impianti Taf sono caratterizzati da filiere di trattamento più cautelative di quelle strettamente richieste dalle BATNEEC.
L'intento di Syndial è quello di trasformare tutti gli impianti Taf da semplici "depuratori" a impianti di trattamento e riutilizzo dell'acqua, garantendo il risanamento ambientale delle acque sotterranee mediante un sistema integrato di intercettazione dell'acquifero, costituito da una serie di pozzi "barriera", e di convogliamento delle acque all'impianto di trattamento per la loro depurazione. Ne sono un esempio i siti di Pieve Vergonte e Priolo che hanno due tra gli impianti Taf più grandi d'Europa.

 

Innovazione tecnologica per la bonifica delle falde acquifere
Un impianto Taf può essere costituito da diverse unità di trattamento che operano per: equalizzazione, trattamento chimico-fisico, filtrazione, trattamento biologico a membrane e osmosi inversa. In funzione dei contaminanti presenti e dell'eventuale salinità delle falde, si procede pertanto con sezioni chimico-fisico (in presenza di metalli), attività di strippaggio con aria e vapore (se viene rilevata la presenza di clorurati organici), sistemi di filtrazione con carboni attivi o con sabbia (nel caso in cui siano presenti composti organici), trattamenti biologico (in presenza di composti ammoniacali), potabilizzazione ad osmosi inversa (per la riduzione della salinità) con l'obiettivo di reimmettere le acque in falda ai fini di un loro recupero o di un riutilizzo nei siti Eni.
L'obiettivo finale degli impianti Taf è la bonifica della falda minimizzando i costi energetici e massimizzando il riutilizzo della risorsa idrica.
Nella maggior parte dei casi per la protezione delle falde acquifere si prevede l'approccio "pump & treat" che consiste nel pompaggio e trattamento in superficie delle acque di falda inquinate.
Dapprima viene creato uno sbarramento idraulico, dovuto al pompaggio di acqua dalla falda, successivamente vengono trattate le acque estratte. È proprio qui che la comprovata esperienza di Syndial entra in gioco con la sua attività di ricerca e sviluppo riuscendo a consolidare e sviluppare soluzioni innovative per la bonifica dei siti contaminati, garantendo un valore aggiunto ai servizi offerti. Tra le tecnologie più rappresentative sicuramente degno di nota è il dispositivo e-hyrec® per la rimozione selettiva del surnatante in falda che è stato sviluppato dalla ricerca Eni ed è stato testato in campo da Syndial ai fini dell'ottimizzazione del processo, visto che recupera olio surnatante al 100% senza commistione con acqua, al contrario di dispositivi normalmente impiegati che hanno una resa di circa il 50% di olio sul totale recuperato.
Il dispositivo è costituito da due parti fra loro interconnesse: la prima, che viene calata all'interno del piezometro e consta di un filtro idrofobico, una pompa di recupero dell'organico e sensori per il posizionamento del filtro in falda, la seconda che si trova in superficie e consente la gestione e il controllo dei parametri di funzionamento.
Tenuto conto del buon esito della sperimentazione, attualmente ne risultano installati e funzionanti 32: 22 a Gela, 5 a Torres e 5 a Pieve Vergonte, ma nell'arco del 2019 sarà completato lo sviluppo industriale di ulteriori modelli del dispositivo e potenziato il piano di deployment per soddisfare le richieste di diverse aree di business Eni.
Da non dimenticare poi che l'esperienza di Syndial nel trattamento acque ha permesso di sviluppare una tecnologia denominata Blue Water per la gestione sostenibile delle acque associate alle attività estrattive del greggio, contribuendo a ridurre l'impatto ambientale, sociale ed economico.
Mettendo in campo tutte le risorse a sua disposizione per progettare soluzioni innovative, anche volte alla gestione efficiente e sostenibile delle acque, la società ambientale di Eni si dimostra, nel concreto, sempre più attenta a circolarità e sostenibilità.