Biometano: trasformare l’opportunità in realtà

In occasione di Ecomondo abbiamo incontrato Piero Gattoni, presidente del CIB e Massimo Centemero, direttore del CIC, che ci hanno illustrato come la produzione di biometano possa essere l'anello fondamentale per il corretto trattamento dei reflui zootecnici, sottoprodotti dell'agroindustria e dei rifiuti biodegradabili nell'ambito del nuovo scenario dell'economia circolare europea

Convinti che il biometano rappresenti una soluzione per il contrasto ai cambiamenti climatici e combustibili fossili, i membri della Piattaforma Tecnologica Nazionale Biometano hanno portato, nei mesi scorsi, il loro contributo alla consultazione pubblica lanciata dalla Commissione europea per raccogliere spunti e osservazioni da imprese, autorità e società civile sul tema delle politiche energetiche del futuro.
La Piattaforma Tecnologica Nazionale Biometano, coordinata da CIB (Consorzio Italiano Biogas) e CIC (Consorzio Italiano Compostatori) e partecipata da Anigas, Assogasmetano, Confagricoltura, Fise-Assoambiente, Legambiente, NGV Italy, Utilitalia, Snam e Italian Exhibition Group è stata lanciata nel 2016 proprio ad Ecomondo ed è tornata di nuovo a Rimini a raccontare i passi in avanti compiuti fino ad oggi.
Il piano europeo Clima-Energia ha posto per il 2020 obiettivi ambiziosi in vista di un traguardo al 2050, caratterizzato da uno scenario energetico a basso contenuto di carbonio. L'Italia, come gli altri stati membri, è stata chiamata dall'UE a rendere nota, entro breve, la propria strategia di avvicinamento agli obiettivi comunitari.
Piero Gattoni, Presidente CIB, ha dichiarato: "Se vogliamo conseguire il traguardo di un'economia a zero emissioni nette entro il 2050, dobbiamo considerare il biometano come un elemento chiave anche in termini di sostenibilità economica. Siamo convinti che la produzione del biometano e di idrogeno rinnovabili possa raggiungere livelli molto elevati in Italia e in Europa tali da contribuire, grazie all'utilizzo dell'infrastruttura gas esistente e in combinazione con l'elettricità rinnovabile, al fabbisogno dei Paesi membri e alla decarbonizzazione dell'economia e dei trasporti, il tutto conseguendo sensibili risparmi rispetto ad uno scenario futuro senza il gas come protagonista. A livello europeo, infatti, potremmo arrivare a produrre oltre 122 miliardi di metri cubi di gas rinnovabile entro trent'anni. Tale produzione ci permetterebbe di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione risparmiando fino a 138 miliardi di euro. Abbiamo quindi colto con piacere l'invito della Commissione europea ribadendo il ruolo fondamentale del gas rinnovabile nella transizione energetica e l'importanza dell'agricoltura in questo percorso."
La filiera del gas rinnovabile produce ricadute positive su economia e società difficilmente trascurabili: la produzione di biometano derivata da un'agricoltura sostenibile permette di rilanciare l'occupazione nelle nostre campagne e di adottare pratiche diffuse di sequestro del carbonio nel terreno, con la conseguenza di abbattere le emissioni nette delle aziende agricole e di arricchire e proteggere il suolo coltivato grazie all'uso del digestato come fertilizzante e conseguente riduzione di fertilizzanti chimici.
L'agroindustria e l'industria del gas rinnovabile sono due eccellenze del Made in Italy con un potenziale enorme se pensiamo a quello che possiamo ricavare e produrre a livello agricolo a partire dai sottoprodotti e dagli effluenti zootecnici."
L'impianto di produzione di biogas integrato all'azienda agricola, può diventare un'infrastruttura tecnologica essenziale per ridurre gli impatti dell'agricoltura sull'ambiente anche in termini di emissioni di gas climalteranti e polveri sottili. Il suo valore è rappresentato anche dalla produzione di energia elettrica rinnovabile e di energia termica che le aziende agricole utilizzano sempre più spesso per attivare nuove filiere produttive.
Nonostante l'Italia sia già il terzo Paese produttore europeo di biogas, dopo Germania e Gran Bretagna, con una produzione annua pari a 2,4 miliardi di metri cubi provenienti da più di 1500 impianti e con tecnologie di trattamento consolidate ed adeguate ai migliori standard di efficienza e sostenibilità del settore, il suo potenziale non è ancora stato sfruttato al meglio.
Massimo Centemero, direttore del CIC, ha rimarcato che: "Il biometano da FORSU rappresenta uno degli assi portanti del futuro dell'economia circolare e, grazie ad un decreto legge varato a marzo 2018, in soli sei mesi sono già stati creati 5 impianti in grado di produrre biometano a partire dai rifiuti organici. La rivoluzione del biowaste è pronta a coinvolgere tutto il Paese, come dimostra il primo impianto a biometano da FORSU del Centro-Sud, inaugurato a settembre a Rende, in Calabria. Non solo grazie all'upgrading del biogas a biometano, nel prossimo bienno si potrebbero avere circa 200 milioni di Nm3/anno di biocarburante avanzato da FORSU."

 

Calabra Maceri: inaugurato il primo impianto di biometano del Centro-Sud

A Rende (Cosenza), la Calabra Maceri ha inaugurato il primo impianto di biometano del Centro-Sud Italia connesso alla rete nazionale del gas naturale per gli impianti industriali, residenziali e l’autotrazione. L’impianto è in grado di trasformare 40.000 tonnellate annue di raccolta indifferenziata in 4,5 milioni di metri cubi di biometano annui e può produrre oltre 10.000 tonnellate di ammendante compostato, un fertilizzante ideale per l’agricoltura biologica.
Il biometano per autotrazione, prodotto grazie a un sofisticato sistema di purificazione del gas, consente di percorrere 90.000.000 km che, con una media di 20.000 km annui a mezzo di trasporto e può alimentare fino a 4.500 autovetture, con un risparmio complessivo di oltre 16.200.000 kg di CO2 all’anno (3.600 kg per auto).
Se riferito a consumi domestici, la stessa produzione può soddisfare il fabbisogno energetico annuale di circa 5000 famiglie per approvvigionamento di gas per cucina e riscaldamento.