Oli e grassi animali e vegetali

La raccolta e la gestione degli oli e grassi vegetali e animali esausti è fondamentale per la salvaguardia dell’ambiente e della salute umana

L'olio e il grasso alimentare, dopo la cottura, acquisiscono composti carboniosi, antiossidanti e conservanti diventando nocivi e non più riutilizzabili e vengono definiti esausti proprio perché perdono le loro caratteristiche organolettiche diventando rifiuto.

Questo rifiuto è catalogato come non pericoloso ed è completamente riciclabile; pur presentando varie criticità se non gestito correttamente. Infatti rende sterile il terreno su cui viene versato impermeabilizzandolo e ostacola il funzionamento dell'apparato radicale delle piante. Se versato in acque superficiali forma un'estesa pellicola impermeabile impedendo alla flora e alla fauna acquatica lo scambio di ossigeno acqua-aria causandone la morte.

Basta un chilo di olio vegetale esausto per inquinare una superficie d'acqua di 1.000 mq. Mentre in falde acquifere profonde, ne compromette la potabilità. Infine se gettato nel lavandino altera la corretta depurazione delle acque, riducendo l'efficienza dei depuratori con conseguente aumento dei costi di gestione e di manutenzione degli impianti.

Da stime ricavabili dalla letteratura tecnica del settore, si ritiene che il quantitativo di oli alimentari disponibile per essere immesso al consumo sia di circa 1.500.000 tonnellate per anno con variazioni limitate derivanti soprattutto dagli stoccaggi e dell'import-export.

La quantità immessa al consumo per la cottura è valutata in 360.000 tonnellate pari al 24% del totale (dato derivante dalla valutazione dei bilanci consortili del settore).

La perdita in cottura è valutata nel 30% pari a circa 110.000 tonnellate. Di conseguenza la produzione del rifiuto approssimativa risulta essere di 250.000 tonnellate di cui il 32% è generato nelle attività di ristorazione (80.000 t), il 12% nell'industria alimentare (30.000 tonnellate) e il restante 56% è imputabile al consumo domestico (140.000 tonnellate).

L'olio raccolto per essere riutilizzato deve subire tutta una serie di trattamenti e la sua purezza, dopo le operazioni di trattamento, è la caratteristica essenziale che ne determina la possibilità di riutilizzo in diversi ambiti, quali:
• la produzione di biodiesel per autotrazione;
• l'utilizzo in impianti di cogenerazione;
• la produzione di bio-lubrificanti, saponi, cere ed altro.

Si stima che da 100 kg di olio vegetale e animale avviati a riciclo si riescano ad ottenere 65 kg di olio lubrificante base rigenerato (circa il 25% del mercato complessivo degli oli base lubrificanti è costituito da basi rigenerate) e 20/25 kg di biodiesel.

Dal punto di vista dei gas a effetto serra, si stima che ogni tonnellata di rifiuto riutilizzato comporti una media 2,3 tonnellate di anidride carbonica equivalente non immessa nell'atmosfera, al netto delle emissioni dovute ai trasporti e alla lavorazione.
In Italia la gestione dei grassi animali e vegetali esausti è svolta dai Consorzi CONOE e RenOils.

Di seguito si riportano i dati di RenOils relativi alla gestione svolta nel 2023 dove il consorzio ha aumentato la propria compagine consortile che oggi conta 11 Associazioni Nazionali di Categoria ed oltre 70.000 imprese complessivamente distribuite nei 4 comparti previsti dall'art. 233 del D.Lgs. n. 152/2006.

I dati mostrano nell'anno 2023 un incremento sensibile della raccolta con una crescita di circa il 10% rispetto al 20221. Le quantità totali di rifiuti di oli e grassi animali e vegetali esausti raccolte sul territorio nazionale nell'anno 2023 sono state pari a 58.400 t, in aumento rispetto ai quantitativi raccolti nell'anno precedente, pari a 53.000 t.

Sempre con riferimento al 2023 si è registrato anche un sensibile incremento delle quantità avviate a recupero, con un aumento pari circa al 17% rispetto al 20222.

Le quantità totali di rifiuti di oli e grassi animali e vegetali esausti avviate a recupero nell'anno 2023 sono state pari a circa 38.800 t, contro circa 33.000 t del 2022.

Ad oggi una delle principali criticità che affligge il settore è senz'altro l'imperfetta raccolta differenziata degli oli e grassi esausti svolta a livello comunale, a differenza invece della raccolta svolta presso la ristorazione e altre imprese private, che diviene la causa della non corretta gestione di una notevole quantità di rifiuto (valutati a circa 70.000 tonnellate a seguito di una ricerca condotta da RenOils, CNR e Utilitalia), che potrebbe altrimenti essere destinato al recupero e alla produzione di materiali da impiegare nelle filiere produttive.

Proprio per questo il consorzio si sta adoperando al perseguimento di obiettivi sempre più ambiziosi al fine di ridurre le prassi di cattiva gestione, contribuendo alla piena attuazione dei principi dell'economia circolare e favorendo il riciclaggio e la produzione di materiali da impiegare nelle filiere produttive in sostituzione di materie vergini.  

Tratto da "L'Italia che Ricicla 2024" realizzato da "AssoAmbiente - Associazione Imprese Servizi Ambientali ed Economia Circolare ", in collaborazione con "REF Ricerche" e il patrocinio del "Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica", di "ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale" e "SNPA Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente".

 


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