IFAT 2020: tre domande a Stefan Rummel, il direttore generale di Messe München

Una rete globale per l'economia circolare, la salvaguardia del clima e la resilienza climatica: IFAT a Monaco di Baviera e gli spin-off in Cina, India, Africa, Brasile e Turchia sono motori dello sviluppo sostenibile. Tre domande a Stefan Rummel, direttore generale di Messe München, su temi ed eventi salienti della prossima edizione di IFAT a maggio a Monaco di Baviera

Il Green Deal europeo è un programma climatico ed economico ambizioso: quale impatto avrà sull'imminente edizione di IFAT?
Il Green Deal europeo offre una grande opportunità di armonizzare la salvaguardia del clima e l'economia.
Una leva importante a tale scopo è l'economia circolare, cioè il continuo riutilizzo delle risorse, che si tratti di plastica, materiali per edilizia o acqua.
A IFAT, industria e pubblica amministrazione troveranno le tecnologie necessarie per una gestione sostenibili dei prodotti lungo tutto il ciclo di vita.
Ci sono poi iniziative come gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG-Sustainable Development Goal) delle Nazioni Unite o il prossimo piano quinquennale del governo cinese che promuovono lo sviluppo sostenibile con una forza che non ha precedenti.
Come vedremo a IFAT, la Repubblica Popolare Cinese sta assumendo un ruolo sempre più importante come acquirente ma anche come produttore di tecnologie per l'ambiente.
E molte aziende sono consapevoli del loro contribuito per la realizzazione degli SDG, lo si capisce già leggendo l'elenco degli espositori.

Il settore ambientale esplode... anche IFAT?
IFAT occupa tutti i 18 padiglioni del centro fieristico di Monaco di Baviera e un'area esterna ancora più estesa, con una crescita complessiva della superficie espositiva del 4 percento, fino a 270.000 metri quadrati.
A questo risultato hanno contribuito anche numerose collettive internazionali.
Saranno presenti molti Paesi europei, oltre a Cina, Giappone, Canada, Corea del Sud e Stati Uniti.
Quest'anno abbiamo ricevuto molte richieste anche dalla Russia, il Paese più grande del mondo, sia dalle aziende, sia da enti amministrativi.
Il numero di espositori resta elevato, con una quota di aziende estere attorno al 50 percento.
Ogni giorno riceviamo nuove richieste, ma ormai da tempo tutti gli spazi sono esauriti.

Mancano risorse qualificate: il settore ambientale potrebbe trovare la risposta nel movimento dei Fridays for Future?
Sarebbe fantastico se il movimento dei Fridays for Future incoraggiasse le giovani generazioni a valutare prospettive di lavoro nel settore ambientale.
Proprio a questo scopo abbiamo creato in fiera la piattaforma "experience.science.future", dove riuniremo imprese, istituti di ricerca, startup e  nuove generazioni per favorire un'interazione diretta, oltre al classico CareerDay.
Particolarmente interessanti saranno anche le numerose dimostrazioni dal vivo, ad esempio la VDMA Crushing Zone per il riciclo di rifiuti di materiali edilizi e scarti di demolizioni... una grande occasione per parlare di svolta nel riutilizzo delle risorse e tutela ambientale.
Questo tipo di attività, detta Urban Mining, consente di recuperare e riutilizzare materie prime preziose provenienti dalle attività di ristrutturazione e riqualificazione delle nostre città.
Molti forum tratteranno poi temi quali l'acqua potabile pulita, la lotta alle microplastiche e lo sviluppo di città resilienti al clima.