CRE (Centro Recupero Ecologico) sceglie il premacinatore MTB BDR 1645 distribuito in esclusiva per l'Italia da Cesaro Mac Import
A Comun Nuovo, nel bergamasco, il Centro Recupero Ecologico (CRE) è un esempio di impresa radicata nel territorio ma con lo sguardo rivolto al futuro. Fondata una quindicina di anni fa da Roberto Sala insieme al padre, l'azienda ha costruito la propria crescita sull'efficienza operativa e su una visione concreta dell'economia circolare, puntando fin da subito su impianti di selezione e valorizzazione dei rifiuti da costruzione e industriali.
Negli ultimi anni, CRE ha ampliato la propria attività nel settore del recupero dei metalli - in particolare il rame - intercettando la domanda crescente legata alla transizione energetica. In questo contesto, il recente investimento nel premacinatore MTB BDR 1645, distribuito in esclusiva da Cesaro Mac Import, rappresenta un passo strategico per incrementare la capacità produttiva e ottimizzare l'efficienza del trattamento dei cavi.
Una collaborazione storica, una scelta condivisa
"Con Cesaro Mac Import abbiamo un rapporto di lunga data, che parte da ben prima dell'apertura di questo impianto," racconta Roberto Sala. "Già mio padre collaborava con loro, e nel tempo abbiamo costruito una fiducia reciproca che oggi è fondamentale per le nostre scelte tecnologiche. Abbiamo acquistato da Cesaro trituratori, vagli, caricatori: quando abbiamo valutato di investire in una nuova linea rame sapevamo di poterci affidare ancora a loro."
La proposta del BDR 1645 è arrivata proprio dal team Cesaro, in particolare grazie al supporto del commerciale Devis Furlanetto, che ha accompagnato CRE in ogni fase della valutazione tecnica. "Abbiamo preso in esame anche altre soluzioni presenti sul mercato," spiega Sala, "ma nessuna ci garantiva le stesse prestazioni in termini di pezzatura fine in un solo passaggio. L'alternativa sarebbe stata installare due o tre premacinatori in serie, ma avevamo limiti di spazio e volevamo una macchina robusta, affidabile, continua."
Robustezza e produttività: il BDR 1645 in azione
Il modello BDR 1645 installato da CRE è pensato per lavorare in ciclo continuo, 10 ore al giorno, con due operatori che si alternano su turni. La macchina, con una massa di oltre 20 tonnellate, si distingue per la sua costruzione monoblocco e per una griglia da 15 mm che consente di ottenere materiale omogeneo e pronto per il raffinamento successivo.
"I risultati sono stati evidenti fin da subito," afferma Sala. "Quando i coltelli sono nuovi, arriviamo anche a 4-5 tonnellate/ora. Anche con utensili usurati, la macchina mantiene una resa costante di circa 20 quintali/ora, che per noi è la soglia ideale per alimentare correttamente l'impianto di raffinazione."
La manutenzione ordinaria viene eseguita in azienda, grazie alla formazione ricevuta direttamente dal team tecnico MTB durante i due giorni di avviamento. "La macchina è dotata di un software avanzato e di un sistema di controllo completo. I coltelli hanno quattro spigoli utilizzabili, e ogni spigolo ci dura circa 1.000 quintali: questo ci consente una gestione semplice e sostenibile del ciclo manutentivo."
Assistenza, affidabilità e visione futura
Oltre alla performance tecnica, CRE sottolinea il valore del post-vendita: "Il team Cesaro è sempre presente, sia nella formazione che nell'assistenza. Devis Furlanetto è stato un punto di riferimento, pronto a rispondere alle nostre esigenze e a guidarci con grande competenza nella scelta della configurazione ideale per il nostro impianto."
L'impianto è preceduto da una fase di sgrossatura con trituratore a rotazione lenta (anch'esso Cesaro), che consente di eliminare le frazioni ferrose più voluminose prima dell'ingresso nel BDR 1645. L'alimentazione avviene tramite caricatore con polipo, mentre tutta la linea è ottimizzata per ridurre al minimo i tempi morti e le interruzioni.
Automazione come sfida e opportunità
La spinta all'innovazione in casa CRE non si ferma. "Il futuro del nostro settore - osserva Sala - dipenderà dalla capacità di automatizzare anche le fasi più difficili, come la cernita manuale di materiali schermati o complessi, come i cavi sottomarini. Oggi servono ancora tante ore-uomo, ma con l'evoluzione dell'intelligenza artificiale e della robotica, sono convinto che arriveremo ad avere impianti che faranno l'80-90% del lavoro in autonomia."
In attesa di queste tecnologie, CRE continua a operare con un team di 13 persone, tra cui il fondatore che ancora oggi affianca il figlio nella produzione quotidiana. "Ci piace trovare valore dove altri vedono solo scarto. È un lavoro impegnativo, ma ogni giorno ci ricorda quanto sia importante recuperare e trasformare."