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Tre diversi contesti, tre differenti tipologie di strutture e tre differenti tipologie di demolizioni, tutte messe in atto dalla Sani Rino


Molti anni sono passati dal lontano 1954, anno in cui inizia ad operare a Felino, in provincia di Parma, l'azienda Sani Rino con autocarri e attrezzature per il movimento terra. Arrivano presto gli anni del boom, c'è un'Italia nuova tutta da costruire e l'azienda si potenzia con nuovi macchinari perfezionando e ingrandendo l'attività. Nel 1976 inizia la produzione di calcestruzzo preconfezionato così da potersi occupare anche di opere di urbanizzazione e opere stradali. Ma è a metà anni Novanta, e precisamente nel 1996, che iniziano le prime demolizioni, civili e industriali, supportate da attrezzature specifiche e all'avanguardia.
Oggi Sani Rino è un'azienda completa nell'ambito della movimentazione terra, escavazione e demolizioni. È anche autorizzata al trattamento e al recupero dei rifiuti da C&D avendo un proprio centro di riciclaggio situato a Felino, accanto alla sede.
Come nelle migliori saghe familiari, il testimone dal fondatore Rino è oggi passato ai figli: Enrico e Alfredo, gli attuali titolari, insieme alla sorella Franca, anch'essa in azienda a gestire però la parte amministrativa.
Abbiamo incontrato il terzogenito, Enrico, che ci ha parlato della passione per un lavoro che non è più di semplice demolizione ma diventa sempre più di vera e propria decostruzione. Tre gli esempi più significativi degli ultimi lavori realizzati, inerenti a tre tipologie differenti di edifici, tutti abbattuti in tempi rapidissimi.

Demolizione prefabbricato industriale in cemento armato
Può sembrare banale, ma pur nella sua semplicità ogni esecuzione presenta caratteristiche e specificità da non sottovalutare. Infatti, come ci spiega Enrico: "la demolizione della ex fabbrica di prodotti alimentari Carra di via Fontanorio, in zona Corcagnano a Sud di Parma, è stata una demolizione selettiva, ossia orientata a separare elementi riutilizzabili da elementi non riutilizzabili, nonchè allontanare dai rifiuti da demolizione le eventuali sostanze inquinanti. E proprio questo è stato fatto - prosegue Sani - in Via Fontanorio, ancor prima della messa all'asta da parte del tribunale di Parma della ex fabbrica Carra in seguito al suo fallimento, e per la quale si è proceduto alla rimozione e bonifica della copertura in amianto prima di intraprendere la demolizione vera e propria. Una volta che l'area è stata acquistata dai nuovi proprietari - specifica - noi siamo intervenuti smontando serramenti, tubazioni, canalizzazioni, impianto elettrico e controsoffittature separando così i vari materiali: legno, vetro, ferro, metalli, polistirolo e plastica che sono stati poi avviati nei centri autorizzati." Trattandosi di un prefabbricato con pilastri in cemento armato e copertura a capriate con tegoli in laterizio, per la demolizione sono stati utilizzati due escavatori, uno dotato di pinza e uno dotato di frantumatore così da prendere le capriate, appoggiarle a terra e sminuzzare il materiale prima di iniziare la campagna di frantumazione che, come sottolinea ancora Enrico: "è stata fatta direttamente in situ con il nostro frantoio mobile REV con deferrizzatore in modo da separare dapprima il ferro e poi procedere a tener diviso anche il materiale in calcestruzzo dal materiale in laterizio, per un totale di 1.300 m3 di macerie ottenute. Questi 1300 m3 - prosegue - sono comprensivi anche della rimozione delle fondazioni, nonché della soletta di 20 cm del pavimento esterno ed interno, eliminata con l'ausilio del dente ripper montato all'escavatore". Ma l'aspetto più difficoltoso di questa demolizione è senz'altro stato la salvaguardia della palazzina uffici adiacente al prefabbricato e di altezza inferiore, quindi con l'ovvio pericolo di caduta detriti e macerie. Come ci spiega ancora Enrico: "è stato il procedere con estrema cautela e la solidità della struttura a far procedere tutto secondo le previsioni, in modo che il prefabbricato alto 6 metri e i 1500 m2 di area pertinente potessero essere ora a disposizione di ARFood, la nuova società che impianterà lì il nuovo insediamento per la lavorazione delle carni."

Demolizione complesso abitativo commerciale
Quando si ha a che fare con costruzioni site in piena città e con palazzi ed esercizi commerciali che non solo si trovano ad essere accanto all'edificio da demolire, ma per i quali occorre preservare la giornaliera attività commerciale ed il passaggio in sicurezza delle persone, l'attenzione da prestare è sempre maggiore. La demolizione dell'ex pizzeria Tritone nel quartiere Crocetta di Parma rientra perfettamente in questo caso.
Ubicata sulla rotonda di via Emilia Ovest/Tangenziale Nord di Parma, la ex pizzeria era costituita da una struttura in muratura mista a cemento armato, tre piani di altezza di cui l'ultimo adibito ad uffici e sormontato da una terrazza. Come ci spiega sempre Enrico Sani: "prima di poter procedere è stato necessario rimuovere la copertura realizzata in alluminio coibentato con una guaina bituminosa, dopodichè, previo smontaggio dei serramenti, delle tubazioni e dei controsoffitti in cartongesso, quindi secondo il criterio di operare sempre nella direzione di una demolizione selettiva, abbiamo potuto iniziare la nostra attività con due escavatori: un PMI con braccio da 20 m e pinza e un CASE da 24 t con frantumatore a terra che ha sbriciolato quello che restava dei tre piani della struttura. Le macerie - evidenzia - comprensive anche della pavimentazione rimossa con il ripper, sono state poi portate nel nostro centro di riciclaggio di Felino, dove verranno impiegate per realizzare sottofondi stradali". La necessità di salvaguardare il passaggio pedonale alla vicina concessionaria di automobili ha richiesto particolare attenzione e cura, nonché una movimentazione millimetrica degli escavatori. In particolare, è stata costruita una barriera di new jersey con teli anticaduta e teli antipolvere al limitare dell'edificio così da garantire un'ulteriore sicurezza a beneficio di lavoratori e clienti della vicina concessionaria che ha potuto continuare in totale sicurezza la propria attività durante tutto il periodo di demolizione. La destinazione d'uso commerciale dell'area è rimasta tale, tanto che è ormai in fase di ultimazione un nuovo show room, sormontato da uffici.


Demolizione palazzina della prima metà del '900 a La Spezia

Non solo Parma e i comuni limitrofi, l'azienda Sani Rino opera in tutta Emilia- Romagna, e in particolare nel modenese, tanto che era stata anche contattata, in seguito al terremoto dell'Emilia del 2012, per la messa in sicurezza e per l'abbattimento definitivo di alcuni capannoni crollati col sisma. Ma diversi sono anche i lavori realizzati in Liguria, ad iniziare dalla demolizione, lo scorso anno, della palazzina di Via XXIV Maggio angolo Via Severino Ferrari, nel cuore del quartiere Mazzetta di La Spezia.
Il palazzo, datato 1933 in muratura e con blocchi di notevoli dimensioni di misto tufo, era pericolante e dichiarato inagibile, ma da decenni offriva rifugio a immigrati e senzatetto. Dopo lo sgombero e l'acquisto da parte di un'immobiliare, il progetto di riqualificazione prevedeva il completo abbattimento dell'esistente per la ricostruzione di un nuovo fabbricato, con destinazione parte residenziale e parte commerciale, costituito da otto piani, con un volume di quasi 7.000 m3 con destinazione d'uso prevalentemente abitativa (ben 22 appartamenti), ad esclusione del pian terreno destinato a funzioni commerciali. Gli spazi ristretti e il quartiere densamente abitato, nonché lo sbocco su due strade hanno costituito i punti salienti di questa demolizione che, come evidenzia Sani: "non è stata una demolizione selettiva, bensì una demolizione indifferenziata dell'intero stabile, in cui si è operata solo una cernita sommaria dei vari materiali che sono stati poi avviati a smaltimento dalla ditta esecutrice e dalla quale noi siamo stati chiamati per operare la demolizione, operata tramite escavatore con braccio da 20 m e pinza grapple. Man mano - precisa - che si demoliva, non essendoci spazio di manovra, le macerie accumulate facevano da base per l'escavatore nel progredire con il lavoro. Ovviamente - conclude - abbiamo dovuto richiedere l'occupazione del suolo pubblico e tener montato, per tutta la durata dei lavori, le reti anticalcinacci e i teli anti polvere, visto il contesto urbano e densamente abitato in cui abbiamo operato".
Il trasporto lungo la Cisa del PMI 930 Demolition è stato solo l'inizio di un percorso volto a proiettare l'azienda su un palcoscenico che da locale e regionale si appresta a divenire nazionale.