Gli aggregati riciclati nelle opere edili pubbliche e private

L’Ance Piemonte e Valle d’Aosta e l’Anpar, il 10 ottobre 2018 a Torino, hanno organizzato l’incontro “Gli aggregati riciclati nelle opere edili pubbliche e private: le opportunità ambientali ed economiche”. Un momento di confronto con l’obiettivo di incentivare, attraverso misure concrete, l’uso degli aggregati riciclati

Lo sviluppo di una economia compiutamente circolare è l'obiettivo che l'Unione Europea, le istituzioni pubbliche di livello inferiore, le associazioni di categoria e molti imprenditori lungimiranti si sono dati, pur tra le inevitabili difficoltà connesse con un cambio di mentalità e prospettiva così radicale. L'obiettivo dicotomico è certamente quello di coniugare la crescita e lo sviluppo intesi non solamente nell'accezione materiale ed economica, ma anche e certamente come sviluppo sociale e compatibilità ambientale. E' ormai chiaro a tutti che non può e non deve esservi crescita a spese dell'ambiente naturale.
Il principale settore di produzione dei rifiuti in Europa e in Italia è quello dei materiali da costruzione e demolizione che in peso incide per circa il 50% del totale, ben superiore a quello della raccolta di rifiuti urbani. E' evidente pertanto che una economia fattivamente circolare potrà dirsi tale solamente quando almeno la principale tipologia di rifiuti prodotti, e cioè quelli da C&D (al 96% inerti non pericolosi), sarà pienamente recuperata per nuovi cicli vitali. Trasformare tali rifiuti da problema (discariche, abbandoni incontrollati nell'ambiente, ecc) a risorsa è una attività che può dirsi tutto tranne che semplice per tante ragioni. La classe imprenditoriale produttrice di aggregati riciclati e artificiali ha preso le sue prime mosse al finire degli anni ‘90 successivamente all'entrata in vigore del D.Lgs. 22/97 (decreto Ronchi) e del DM 5 febbraio 1998. Dopo un ventennio si può affermare che il territorio italiano è coperto quasi a km 0 da potenzialità produttive di aggregati riciclati che, se pienamente sfruttate, potrebbero certamente non solamente risolvere il problema della collocazione dei rifiuti da C&D, ma anche contribuire alla riduzione significativa del consumo di suolo derivante dalle cave di prestito. Tanti ostacoli tuttavia, si sono frapposti e si frappongono a questo risultato che tutti considerano strategico e auspicabile.

Tra i principali ostacoli vanno certamente evidenziati:
• l'assenza di una normativa End of Waste di settore di competenza dello stato italiano (in discussione da tempo ormai e attesa auspicabilmente a breve) che chiarisca in modo univoco e non interpretabile quando e come un rifiuto da C&D cessa di essere rifiuto e diventa un prodotto dell'industria a tutti gli effetti;
• la mancanza di conoscenza tecnica degli aggregati riciclati da parte di progettisti, direttori dei lavori e stazioni appaltanti (soprattutto pubbliche e soprattutto di grandi dimensioni); molte stazioni appaltanti pubbliche non usano gli aggregati riciclati principalmente perché hanno capitolati datati, che talora fanno riferimento a norme tecniche desuete e che comunque non prevedono tali materiali;
• la mancanza, a macchia di leopardo, di voci di prezzario nei prezzari delle opere pubbliche regionali (con una situazione in costante miglioramento per l'aumentata sensibilità delle regioni) certamente non facilita la vita di progettisti e direttori lavori magari illuminati e volenterosi nel voler usare materiali riciclati dalle ottime caratteristiche tecniche.

La non conoscenza tecnica dei materiali è relativa da un lato al dubbio che i materiali del recupero non siano in grado di competere con quelli di derivazione naturale, cosa ampiamente smentibile sulla base degli studi svolti ad esempio dal gruppo del Prof. Marco Bassani del Politecnico di Torino, e anche dai dubbi relativi alla compatibilità ambientale di tali materiali, seppure questi siano sottoposti nell'ambito delle procedure di marcatura CE e in fase di produzione a controlli di legge che impongono che gli eluati di tali prodotti soddisfino i limiti di potabilità dell'acqua!
Date le difficoltà nel trovare uno sbocco commerciale ai materiali prodotti, un numero sempre più crescente di aziende ha sentito l'esigenza di associarsi per contribuire a superare gli ostacoli che ancora ci sono e che frenano lo sviluppo di un settore che porterebbe vantaggi fattivi alla comunità nel suo complesso per le ragioni dette. Nell'anno 2000 pertanto è nata ANPAR (Associazione Nazionale produttori aggregati Riciclati e Artificiali). Negli 2015-2016 ANPAR ha avuto un grande impulso e sviluppo aumentando di molto il numero delle aziende iscritte e dandosi una struttura organizzativa a livello regionale e quindi maggiormente a contatto con le realtà locali. Il gruppo di aziende associate ANPAR del Piemonte si è quindi dato una strategia per tentare di superare tutti gli ostacoli che è possibile superare a livello locale. L'azione concreta è stata quella di organizzare workshop e convegni dal 2016 al 2018, oltre che di fornire alla Regione Piemonte il supporto necessario per l'introduzioni di voci di pezzo di prodotti di aggregati riciclati nel prezzario delle opere pubbliche.
I workshop e i convegni hanno avuto finalità differenziate, ma basate su un "fil rouge" comune e in continuità logica. In particolare dal 2017 ANPAR ha trovato in Piemonte una sinergia e comunione di intenti e finalità con l'Associazione dei costruttori edili - ANCE PIEMONTE E VALLE D'AOSTA i cui associati sono, sotto alcuni aspetti, fortemente rappresentativi sia dei problemi connessi alla gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione, che dell'ancora necessaria attività di promozione dell'uso degli aggregati riciclati da parte delle committenze, sia pubbliche che private. È infatti frequente che il costruttore proponga di utilizzare gli aggregati riciclati dovendo descrivere al cliente sia le caratteristiche prestazionali assolutamente conformi alle richieste, sia le economie che ne derivano. Si tratta di una vera e propria azione promozionale, quasi sempre necessaria perché la Committenza ha ancora manifesti scetticismi verso gli aggregati riciclati, più per disinformazione che per reali esperienze negative. L'organizzazione di eventi formativi in Piemonte ha quindi visto dal 2017 la collaborazione tra queste due associazioni di categoria. Nel 2017 è stato organizzato da ANPAR e dalla Fondazione dell'ordine degli Ingegneri di Torino un primo convegno (La produzione e impiego degli aggregati riciclati - Torino 28 giugno 2017) patrocinato da Regione Piemonte, con la partecipazione di ARPA e ANCE PIEMONTE E VALLE D'AOSTA finalizzato a trasmettere ai progettisti (ingegneri, architetti, geologi, ecc) le conoscenze tecniche e giuridiche necessarie per un corretto impiego degli aggregati riciclati.

Nel 2018 su impulso di ANPAR e ANCE PIEMONTE con l'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino, il patrocinio di Regione Piemonte, ARPA, ANCI, Politecnico di Torino è stato organizzato un secondo convegno, in continuità al precedente, finalizzato a superare gli ostacoli derivati dalla scarsa conoscenza e diffidenza delle stazioni appaltanti, soprattutto pubbliche, nell'uso di tali materiali.
L'organizzazione del convegno è stata assolutamente condivisa dal Settore Servizi Ambientali della Regione Piemonte, che anche a seguito della recente approvazione del Piano Regionale Rifiuti Speciali, sente come obiettivo di primaria importanza quello di adempiere agli obiettivi fissati dall'EU in termini di recupero dei materiali da C&D. La regione Piemonte ormai da alcuni anni si sta adoperando, per quelle che sono le sue competenze, nel cercare di favorire quanto più possibile il recupero dei materiali da C&D prima che la cosa si trasformi da problema in emergenza acuta. È inutile negare che allo stato attuale, la collocazione dei materiali recuperati (aggregati riciclati) sul mercato è difficoltosa anche al livello regionale piemontese con impianti di produzione spesso portati al limite delle capienze autorizzate di prodotto. La Regione Piemonte ha dato inoltre un notevole impulso all'uso degli aggregati riciclati, anche mediante l'inserimento di voci di prezzo degli aggregati riciclati fin dal 2016, seppure si sia trattato di voci semplici, prive di lavorazioni accessorie (trasporto, posa, ecc).
L'organizzazione del convegno è stata fattiva anche da parte di ARPA PIEMONTE che ha fornito i dati provenienti dai MUD relativi alla distribuzione di impianti di recupero di aggregati riciclati nel territorio regionale. Questo dato è risultato importante per comprendere come siano ormai distribuiti in modo capillare gli impianti di recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione, perlomeno in Piemonte.

Il confronto con ANCI ha inoltre contribuito a chiarire come le pubbliche amministrazioni (comuni, stazioni appaltanti pubbliche e partecipate) mal conoscano gli aggregati riciclati e spesso non ne facciano uso, sopratutto per le attività di realizzazione e di manutenzione delle reti di sottoservizi e le sistemazioni stradali di competenza).
Il Politecnico di Torino ha consentito a tutti gli attori presenti di meglio conoscere le caratteristiche tecniche degli aggregati riciclati e lo stato di avanzamento delle attività di R&D.
Va rilevato che l'aspetto innovato del convegno è stato rappresentato dalla scelta, condivisa da tutti gli organizzatori del convegno, di coinvolgere le stazioni appaltanti, riunendo in una tavola rotonda i rappresentanti delle principali realtà attive sia a livello regionale che nazionale. S' è trattato del primo convegno al livello nazionale che ha visto la partecipazione delle stazioni appaltanti, proponendo un nuovo modello di convegno, che prevede la partecipazione attiva degli attori con l'obiettivo di far emergere aspetti assolutamente concreti.
Il convegno ha quindi proposto nella prima fase interventi normativi-tecnico-scientifici, divulgando conoscenze ed esperienze, per poi proporre, con la tavola rotonda delle stazioni appaltanti, un punto di vista concreto, un toccare con mano che cosa veramente ne pensano i Soggetti che poi in fondo decidono le sorti degli aggregati riciclati.
Le stazioni appaltanti presenti - ANAS, RFI, SMAT, AMAG, ACQUA NOVARA VCO, AMIAT, INFRA.TO, CORDAR BIELLA, ACDA AZIENDA CUNEESE DELL'ACQUA - hanno quindi "raccontato" le motivazioni per le quali fanno o non fanno uso di aggregati riciclati nell'ambito delle opere che realizzano e degli impianti e sottoservizi che gestiscono.

Lo svolgimento del convegno ha dunque consentito di:
• confermare il grande interessamento alla materia e alle problematiche connesse da parte delle pubbliche amministrazioni coinvolte (Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Comuni);
• rendere chiare le modalità con le quali ARPA svolge il suo ruolo istituzionale di controllo di rispetto dei vincoli di compatibilità ambientale ai quali gli aggregati riciclati sono sottoposti;
• illustrare lo stato dell'arte della ricerca sugli aggregati riciclati e formulare proposte di nuove attività di R&D da parte del Politecnico di Torino (Prof. Marco Bassani);
• illustrare le tecniche di produzione e certificazione degli aggregati riciclati anche in relazione ai CAM Edilizia da parte di ANPAR;
• illustrare le "best practices" di utilizzo di aggregati riciclati da parte di ANCE PIEMONTE E VALLE D'AOSTA;
• descrivere esempi pratici di utilizzo di aggregati riciclati da parte della Città Metropolitana di Torino nell'ambito di assi viari di recente e nuova realizzazione;
• discutere con le stazioni appaltanti pubbliche e partecipate le esperienze di uso pregresse di tali materiali e le eventuali motivazioni in caso di non utilizzo, nell'ambito della tavola rotonda conclusiva.
La fase finale del convegno di dibattito è stata sicuramente una delle parti più interessanti. La situazione che è venuta delineandosi man mano che gli attori rispondevano alle domande del moderatore è piuttosto articolata nel dettaglio:
• alcune stazioni appaltanti hanno dichiarato di usare abitualmente gli aggregati riciclati nell'ambito degli appalti da queste gestite e di non avere avuto problematiche particolari se non specifiche di singole forniture che non rispondevano agli standard richiesti (problemi comunque sempre risolti dal direttore dei lavori in fase esecutiva);
• altre stazioni appaltanti hanno dichiarato di non usare gli aggregati riciclati abitualmente per assenza di voci di capitolato nella propria struttura, ma di avere potuto utilizzarli in casi limitati, con esiti positivi da un punto di vista tecnico e risparmi economici significativi;
• altre stazioni hanno dichiarato di non utilizzarle mai per l'assenza di voci di capitolato specifiche nell'ambito della propria struttura.

Il convegno ha quindi dato lo spunto per le future attività che ANPAR e ANCE PIEMONTE E VALLE D'AOSTA intendono portare avanti a livello regionale (Regione Piemonte), fornendo in primis tutta la collaborazione necessaria a Regione Piemonte per la definizione di ulteriori voci di prezzo nel prezzario opere pubbliche della Regione Piemonte e mantenendo aperto il canale di comunicazione con le stazioni appaltanti affinché si possano definire voci di capitolato degli aggregati riciclati conformi agli standard di legge e di utilizzo comune da parte di tutti i soggetti coinvolti. Il ruolo delle stazioni appaltanti pubbliche è infatti vitale sia perché è proprio dal pubblico che deve partire il "buon esempio", sia perché l'utilizzo di prodotti a minor costo (economico e ambientale) è doveroso per soggetti che gestiscono, almeno in parte, denaro pubblico.