Da Syndial a Eni Rewind: un nuovo nome per nuove sfide

Dal 1° novembre 2019 Syndial diventa Eni Rewind, acronimo di Remediation & Waste Into Development, per meglio integrarsi con la strategia di Eni e con la sua nuova mission ispirata all'Agenda 2030 dell'ONU e ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile che essa ingloba

Un nuovo nome e tanta storia alle spalle, una storia fatta di cambiamenti e di trasformazioni, aziendali e globali, che includono modelli di sviluppo sociale ed ecomonico. Come quella che siamo chiamati a vivere oggi, in un mondo che affronta una duplice sfida: la crescente domanda di energia e la lotta al cambiamento climatico. Una trasformazione che richiederà di modificare processi produttivi, sistema distributivo e abitudini di consumo per preservare l'ambiente, attraverso un uso più equo ed efficiente delle risorse naturali. È una sfida che coinvolge stati, comunità locali, persone e aziende.
E questa sfida è colta in pieno da Eni Rewind che contribuisce in modo concreto e determinante alle strategie ambientali e con la sua mission (modello integrato end-to-end) consegue i propri obiettivi in linea con i principi dell'economia circolare. Un impegno che svolge da tempo in quanto Eni Rewind è il nuovo nome di Syndial, società Ambientale di Eni operativa dal 2003. Dal 1 novembre 2019 Eni Rewind attua la propria mission per valorizzare i terreni industriali e i rifiuti attraverso progetti di bonifica e di recupero efficiente e sostenibile, fondando il proprio lavoro sulla passione, le competenze e la ricerca tecnologica per creare, d'intesa con le comunità, un futuro più sostenibile per tutti.
Come ha sottolineato Paolo Grossi, AD Eni Rewind: "Siamo cambiati tanto da quando nel 2003, Enichem - conferite le attività produttive nell'attuale Versalis - fu ridenominata Syndial, con il mandato di gestire le demolizioni degli stabilimenti e la bonifica dei siti, in gran parte "ereditati" nell'ambito di piani di salvataggio industriale degli anni '80 e '90, quando Eni era ancora un Ente di Stato. Il perimetro delle nostre attività si è progressivamente ampliato: oggi ci occupiamo delle bonifiche di tutti gli impianti e gli stabilimenti del Gruppo Eni in Italia - dall'upstream alla raffinazione, dalla chimica alla logistica e alle stazioni di servizio. Gestiamo inoltre lo smaltimento e il recupero dei rifiuti industriali - acque associate all'estrazione di petrolio e fanghi, per fare degli esempi concreti. Dallo scorso anno siamo attivi anche all'estero, al fianco dei colleghi upstream - in paesi come Iraq e Nigeria - e abbiamo avviato una nuova linea di business, con progetti d'investimento che ci consentiranno di trasformare, grazie alla tecnologia proprietaria Eni Waste to Fuel, la frazione organica dei rifiuti urbani, quello che comunemente chiamiamo "umido", in bio olio e acqua, riutilizzabile per scopi industriali e agricoli. Siamo cresciuti, arrivando a gestire costi ambientali per oltre 800 milioni di euro all'anno, con più di 200 cantieri attivi grazie al lavoro diretto di oltre 1.000 persone. In questo contesto, abbiamo deciso di cambiare il nome di Syndal in Eni Rewind in modo da rendere più immediata l'identificazione con Eni, più internazionale la sua valenza, con una parola inglese per accompagnare la crescita anche all'estero e più facile da comunicare la sfida che condivideremo con chi lavorerà assieme a noi".
Rewind, in italiano "riavvolgere", è da intendere come possibilità di riavvolgere idealmente il tempo e valorizzare le risorse ambientali tramite i progetti di bonifica; non a caso è anche l'acronimo di REmediation & Waste INto Development.
Per costruire, con le comunità coinvolte, un'alternativa nuova, che abbia una prospettiva sostenibile nel futuro, fin dalle prime fasi del processo di bonifica, la società pianifica in accordo con le istituzioni, i territori e gli stakeholder locali, i progetti di valorizzazione e riutilizzo delle aree bonificate al fine di renderle disponibili per nuove attività, divenendo così occasione sia di recupero ambientale di siti ex industriali sia di rilancio dell'economia locale.


Ingegneria e bonifica
Eni Rewind è in grado di presidiare ogni fase del processo di bonifica: dalla caratterizzazione alla certificazione finale di ripristino, con l'obiettivo di massimizzare l'efficacia e l'efficienza degli interventi, ottimizzare la gestione degli asset (impianti di bonifica, fabbricati, terreni) e garantire la supervisione dei singoli stadi di ogni progetto grazie a team multispecialistici. Senza dimenticare l'adozione di tecniche innovative e sostenibili che passano dall'uso delle migliori tecnologie disponibili sul mercato (BATNEEC - Best Available Technology Not Entailing Excessive Costs). Ne sono un esempio:
• il CAMPIONAMENTO PASSIVO (la metodologia di monitoraggio basata sui campionatori passivi, sviluppati dalla ricerca Eni, che consente una determinazione più rappresentativa e puntuale dei contaminanti nelle diverse matrici ambientali);
• la PHYTOREMEDIATION (l'utilizzo di piante per il trattamento di contaminanti, prevalentemente idrocarburi e metalli pesanti);
• la BIOREMEDIATION (sfrutta la presenza di batteri autoctoni per la degradazione dei contaminanti direttamente all'interno della matrice ambientale).
Eni Rewind realizza interventi di bonifica delle acque di falda grazie a un sistema integrato di intercettazione dell'acquifero (gestisce attualmente 1.000 pozzi di emungimento e 2.000 pozzi di monitoraggio) e di convogliamento delle acque a impianti per la loro depurazione.


Water Management
La Società gestisce complessivamente oltre 40 impianti di Trattamento delle Acque di Falda (TAF). In coerenza con la mission ambientale, Eni Rewind mira a massimizzare il recupero e riutilizzo delle acque trattate così da ridurne il prelievo in natura e massimizzarne il reimpiego ad uso industriale, civile o irriguo. Apposite sezioni di produzione di acqua demineralizzata sono state installate presso gli impianti TAF di Priolo, Porto Torres, Assemini e Brindisi e distribuiscono le acque trattate alle coinsediate degli stabilimenti per usi industriali. In altri casi, come nell'impianto di Manfredonia, l'acqua trattata viene parzialmente reiniettata in falda al fine di ripristinare le condizioni naturali degli acquiferi.
A livello di tecnologia, in tale ambito, non si può non citare il dispositivo e-hyrec® per la rimozione selettiva del surnatante in falda per massimizzare il recupero selettivo dell'olio senza commistione con acqua, e il sistema di trattamento Blue Water per la gestione delle acque di produzione del Centro Olio Val d'Agri.


Waste Management e tecnologia Waste to fuel
Un altro target dell'economia circolare che Eni Rewind persegue è rappresentato dal recupero dei rifiuti e dei reflui industriali nelle attività di Waste Managment, garantendo il controllo costante dell'intera filiera del ciclo dei rifiuti prodotti dalle attività industriali di Eni o provenienti dalle sue attività di bonifica e decommissioning.
Dal 2018 Eni Rewind è impegnata nel recupero dei rifiuti organici provenienti dagli scarti agroalimentari e dai residui di cibo attraverso la tecnologia proprietaria denominata Waste to Fuel, che trasforma la FORSU (Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani) in bio olio e bio metano, consentendo contestualmente il recupero dell'acqua in essa naturalmente contenuta.
Da 100 kg di FORSU si possono ottenere fino a 14 kg di bio olio, variabili in funzione della qualità della FORSU in termini di secco e in particolare di lipidi e proteine, recuperando e concentrando fino all'80% del contenuto energetico della materia organica di partenza. La tecnologia proprietaria Eni Waste to Fuel è attualmente in sperimentazione presso l'impianto pilota avviato nel dicembre 2018 a Gela.


Sviluppo delle rinnovabili

Infine, completati i progetti di bonifica Eni Rewind mette a disposizione una parte delle sue aree per la realizzazione di impianti di generazione di energia da fonti rinnovabili (prevalentemente fotovoltaici, ma presto anche eolica e solare a concentrazione), destinata all'autoconsumo nei siti industriali di Eni e all'immissione in rete della parte residua. Ne sono un esempio l'impianto pionieristico di Gela dove è sorto un parco fotovoltaico da 995 kW, il sito di Assemini, vicino a Cagliari in Sardegna, in cui in un'area bonificata è stato installato un impianto fotovoltaico da 26 MW e il sito di Ponticelle, a Ravenna, in cui verranno installati pannelli per 5,6 MW e uno Storage Lab da 1 MW. Perché Eni Rewind mira a riavvolgere idealmente il tempo per avere l'opportunità di mettere a frutto le esperienze maturate e le competenze acquisite costruendo, d'intesa con le comunità dei territori coinvolti, un'alternativa nuova, in grado di avere una prospettiva sostenibile nel futuro.